Barbieri, parrucchieri ed estetisti: buoni si ma fessi no

"Gli slogan son belli ma lasciano il tempo che trovano, ore serve concretezza e coraggio"

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L'appello urgente di una categoria purtroppo tra le più bistrattate in questo momento...

Ariano Irpino.  

Sono rimasti finora in silenzio nel rispetto di ogni decreto e soprattutto della propria salute e di quella altrui. Hanno evitato ogni polemica e chiacchiericci da "saloni" tanto per restare in tema. Ma ora basta, barbieri, parrucchieri ed estetisti, mai come in questo momento uniti e compatti nel loro dramma, hanno deciso di mettere nero su bianco per far sentire alta la loro voce. 

"Noi operatori del settore barbieri, parrucchieri ed estetisti, desideriamo attenzionare gli organi di governo e di sicurezza preposti all’emergenza Corona Virus e l’opinione pubblica circa le difficoltà che le nostre realtà lavorative stanno vivendo e che potrebbero aggravarsi se, come previsto dal Dpcr del 26 aprile scorso, le riaperture dei nostri esercizi saranno davvero procrastinate al 1° giugno p.v.

Ci sentiamo in dovere di manifestare anzitutto la vicinanza a quanti hanno vissuto in modo diretto l’esperienza drammatica del contagio da Covid 19. Dobbiamo ricordare sempre di essere tutti sulla stessa barca e di tutelare la salute pubblica, il bene più prezioso da difendere. Vogliamo anche ringraziare le autorità governative, le Istituzioni civili e militari, il Volontariato e tutti gli operatori della sanità, che ancora oggi lavorano perché la situazione possa ritornare quanto prima “normale”.

Il Governo ha messo in campo un impegno concreto che, per quanto opinabile e migliorabile, ha cercato di portare a tutti una boccata di ossigeno. Ci sembra giusto, però, unire la nostra voce a quella di chi manifesta con coraggio e correttezza il proprio dissenso e la propria opinione, rivendicando il diritto fondamentale a lavorare, non solo per un tornaconto personale e familiare, ma per l’intera società.

Lavoro e sicurezza, un binomio possibile anche per noi, senza alimentare l’incubo di un nuovo contagio."

Ecco la loro richiesta: 

"Le autorità governative, di ogni grado e competenza, prendano in considerazione le numerose richieste e petizioni dei nostri operatori di settore, alle quali anche questa piccola iniziativa desidera unirsi.
Si studino dei protocolli da applicare con semplicità e velocità perché i nostri clienti possano usufruire dei nostri servizi senza alcuna paura e rischio di contagio.Con un po' di buon senso e di esperienza lavorativa noi stessi riusciamo ad immaginare eventuali soluzioni da applicare; siamo sicuri che non sarà difficile ad esperti e professionisti, indicarci le migliori modalità per riaprire in sicurezza. Da parte nostra c’è tutta la disponibilità ad applicare con diligenza quanto potrebbe esserci indicato. La vera difficoltà forse è interessarsi realmente al nostro problema, sedersi a un tavolo e mettersi alla ricerca di soluzioni.

Prolungare ulteriormente i termini per la riapertura, oltre a creare un danno economico enorme, potrebbe ancor di più incrementare lo spiacevole fenomeno delle prestazioni domiciliari in nerodi quanti, senza rispettare oneri fiscali e disposizioni sanitarie, scelgono di aggirare l’ostacolo con questa modalità disonesta e pericolosa. Chiediamo alle forze dell’ordine e agli organi di vigilanza di essere ancor più solleciti e risoluti nella ricerca dei “furbetti” e nel sanzionarli.

“Andrà tutto bene”!  E’ diventato lo slogan di questo periodo di emergenza ma perché così possa essere, abbiamo bisogno tutti di uscire da interessi di parte per cercare di tutelare la dignità di ogni lavoratore. Ringraziamo quanti daranno voce e attenzione a ciò che abbiamo scritto."