Nei parcheggi delle aree industriali dove si trova lo stabilimento Ema, a Morra de Sanctis, stamane sono ben visibili decine di auto, che si traducono in altrettante probabili presenze in azienda. Sono gli effetti (molto straordinari e veloci) dell'intesa raggiunta ieri nel corso di una riunione in Prefettura.
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Entro martedì, l'industria specializzata nella produzioni di delicatissime componenti per i motori a reazioni degli aerei, dovrebbe riprendere a pieno regime. I sindacati sono d'accordo. Anzi. Il sindaco di Morra, con il parere favorevole di altri 24 colleghi della zona, ha addirittura sollecitato la ripresa.
L'Asl di Avellino ha garantito (a differenza di quanto fa per decine di medici, operatori sanitari e altre categorie a rischio, non ultime le Rsa sparse su tutto il territorio che da settimane lo chiedono e che puntualmente documentiamo) che avrebbe effettuato all'esterno della fabbrica dei controlli, dei test.
Per individuare non solo i potivi ma anche gli asintomaci. Gli operai Ema sono 800. Non ci risulta che siano stati selezionati in base alla mera territorialità, ma sulla scorta dell'alta specializzazione. Se ne deduce che tra gli 800 ce ne saranno molti che vengono da fuori provincia. Ottocento persone sono l'equivalente di uno, due treni pieni di pendolari che si spostano. Un esodo quotidiano.
Hanno l'ok del Prefetto per farlo. Ricordiamo che la Regione ha bloccato ogni attività. Speriamo vivamente che l'Asl abbia mantenuto la parola e che abbia effettuato i primi test. Ma speriamo che sia altrettanto sollecita per tutelare i nostri nonni nelle case di riposo e tutti gli operatori sanitari che continuano a chiederci di segnalare i ritardi dei test dell'Asl.
A questo punto vorremmo chiedere al Prefetto perché l'Ema sì e una pasticceria a conduzione familiare no? E' lavoro di serie B?