"L'emergenza Covid-19 da noi si chiama così: Antonella, Rosaria, Antonia, Velentina, Giulia, Maria, Anna, Imma, Silvana, Michele, Annamaria, Rossella, Rosetta, Alessandra, Giulia, Melania, Valeria, MariaConcetta, Ermelinda. 19 Eroi che ancora oggi combattono senza tregua."
E' quanto si legge sulla pagina facebook del Centro Minerva di Ariano Irpino, reduce da una settimana tristissima per le note vicende legate al Covid-19. E' di oggi la notizia dell'ultimo decesso di un paziente, tra quelli trasferiti mercoledì scorso nel reparto Covid del Frangipane. Una storia però segnata anche da tanta umanità.
Come un capitano che per ultimo lascia la nave in avaria, chi era in servizio nel centro Minerva, non ha abbandonato la struttura nelle ore più convulse e drammatiche del contagio. Il virus che ha infettato decine di anziani ospiti non ha infettato gli animi e i sentimenti di questi operatori che hanno mostrato e dimostrato un alto senso del dovere e una responsabilità fuori dal comune anche davanti a un nemico subdolo e devastante come il Covid-19.
Loro sono rimaste lì, lasciando fuori dalla struttura scelta ansie e affetti. Sono rimaste lì per spirito di servizio e per amore verso quei pazienti inermi e ignari di quanto stava accadendo intorno. Loro, le indomite operatrici, insieme all'unico collega maschio che qualcuno chiama il gigante buono del centro Minerva, non si aspettano certo encomi e plausi eppure meritano l'applauso virtuale di tutta la comunità arianese per il coraggio e la determinazione mostrati in quelle ore così drammatiche. A tutto questo si aggiunge la tenerezza di tanti anziani morti in queste ore, uno dopo l'altro, non solo di coronavirus ma anche a causa del peso della solitudine, non avendo potuto più rivevere un saluto, una carezza dei propri cari. Un distacco che è avvenuto nella maniera più buia e desolante per tutti. Domani vieni? Dicevano spesso alle operatrici, per non sentirsi soli. Quasi a dire, esistete solo voi, non ci abbandonate. Ma senza mai comprendere, fino alla morte, il vero dramma del coronavirus e il perchè di quel distacco familiare inevitabile e così doloroso.