Trivellazioni in Irpinia, appello al nuovo consiglio regionale

Il comitato di Gesualdo: serve chiarezza, subito misure di salvaguardia

Gesualdo.  

«Il progetto Gesualdo-1 è in attesa del trasferimento delle competenze istruttorie dalla Regione al Ministero dell’Ambiente, al quale verrà deputato il compito di esprimersi sull’istanza di Valutazione d’Impatto Ambientale». Il comitato di Gesualdo "No trivellazioni petrolifere in Irpinia" riapre il caso petrolio in Irpinia.

«Il ministero dovrà verificare un progetto dalle forti criticità e opacità, oggetto a tutt’oggi di un forte dibattito sulla stampa locale, che ha trovato forti obiezioni da tutta la società civile irpina e dagli operatori economici dell’agroalimentare che si sono mostrati decisi e compatti nel sostenere il No all’avvio delle ricerche petrolifere in questa provincia. Questo stato di stasi però non può esimere le comunità dall’attivarsi in previsione di un temuto via libera ministeriale».

Si fa appello quindi a tutte le amministrazioni comunali, Gesualdo in primis, «a riservare fondi nel bilancio previsionale da destinare ad eventuali ricorsi amministrativi e monitoraggi ambientali ante operam. Le soluzioni “politiche” facilmente sbandierate in campagna elettorale potrebbero non bastare, o potrebbero risultare tardive, rispetto ad un’istruttoria che a Roma rischia di subire un’accelerazione improvvisa e non più gestibile, come invece è stato sino ad ora».

Il comitato punta il dito contro lo "Sblocca Italia": «Il permesso di ricerca Nusco, la cui scadenza attuale è prevista nel 2018, verrà prorogato di altri 30 anni. Una spada di Damocle che penderà sulla testa anche della prossima generazione, ma soprattutto un rischio reale e concreto sulla credibilità e sulla portata di ogni forma di progettualità di sviluppo economico che si volesse proporre o incentivare».

Ora la palla passa al consiglio regionale. «L’impegno del nuovo consiglio regionale dovrà, gioco forza, essere incentrato sull’introduzione di misure di salvaguardia e di tutela, tali da prefigurare garanzie concrete per un territorio dalle forti prerogative ambientali, vocato allo sviluppo dell’agroalimentare. E l’occasione per far pesare questo impegno sarà al tavolo della conferenza unificata Stato-Regioni, previsto dallo Sblocca Italia e del quale se ne attende la convocazione, nel quale verrà definito il piano delle aree da destinare alle ricerche petrolifere su terraferma».

Redazione