“Per sentirti ancora vicino illumina il nostro cammino”. È la frase che i familiari e gli amici di Antonio Dello Russo hanno scelto per accompagnare la fiaccolata che questa sera ha attraversato la cittadina di Mercogliano in memoria del 39enne morto a seguito di un inseguimento con i carabinieri della Compagnia di Baiano. È accaduto esattamente un anno fa. Era la notte tra il 14 e il 15 gennaio. L'auto di Antonio andò a schiantarsi contri un albero lungo la statale 7 bis tra i comuni di Mugnano e Avella. Il giovane non si era fermato al posto di blocco. Nascue un inseguimento che finì tragicamente.
Nel registro degli indagati, con l'accusa di omicidio colposo, sono stati iscritti i due carabinieri di turno quella notte, quando si verificò l' incidente. Ma a distanza di un anno, secondo i familiari di Antonio Dello Russo, ci sono ancora molte domande senza risposta.
Al termine di una messa in suffragio presso la Chiesa dell'Annunziata celebrata da Don Vitaliano Della Sala, Gilberto Dello Russo, il fratello di Antonio, lo ricorda con immutato dolore.
“Quello che chiediamo è la verità” dice mentre gli amici liberano palloncini bianchi nell'aria davanti al Bar Loove Ca di Viale San Modestino, il bar che Antonio frequentava.
“Per noi è come se fosse ieri – continua il fratello - E' trascorso un anno e non è stata consegnata ancora la relazione dell'autopsia, né tantomeno la consulenza balistica. Di quella notte restano poche notizie, e un vuoto di dieci ore che ancora nessuno ha saputo spiegare. Dal momento della morte a quando siamo stati avvisati noi familiari è passato un tempo lunghissimo. E oggi ancora non sappiamo per quale motivo è stato aperto il fuoco contro mio fratello che era disarmato”.
I due militari (difesi dall'avvocato Pompeo Delle Donne) avrebbero sparato 8 volte contro l'auto di Antonio Dello Russo: due proiettili colpirono il 39enne a un braccio e a una gamba, così come emerse dall'esame autoptico.
Si attende ora anche la consulenza del medico legale Piciocchi per chiarire se quei colpi di pistola furono determinanti nell'incidente.
Antonio aveva una figlia di soli 6 anni, che oggi ha preso parte con i nonni alla fiaccolata.
“Non ci fermeremo fino a quando non ci sarà data una risposta chiara e plausibile di quello che è accaduto quella notte – continua il fratello – con il nostro avvocato ( Fabio Tulimiero ndr) continueremo a chiedere la verità”.