Il progetto per le madri detenute al carcere di Lauro

Ciambriello: bisogna implementare il circuito di attività a supporto della struttura

Lauro.  

Si è concluso oggi presso l’Icam (Istituto di custodia attenuata per madri e minori accompagnati) di Lauro il progetto “Il dentro ed il fuori per un modello innovativo di Istituto Penitenziario” bandito dal Garante Campano dei detenuti e realizzato dalla associazione senza scopo di lucro Onlus Nuovo Avvenire.

L’iniziativa finale del progetto ha visto la partecipazione del Garante della regione Campania Samuele Ciambriello, del Presidente di “Nuovo Avvenire” Stefano Pisaniello e del Direttore dell’Istituto Paolo Pastena, nonché delle operatrici sociali, psicologhe ed educatrici che hanno seguito l’attività progettuale sin dal suo inizio.

“Questa struttura, nel suo complesso, non dà l’idea di un carcere, ma di una comunità alloggio ‘allargata’”, ha sottolineato il Presidente della associazione Pisaniello. “Abbiamo svolto settimanalmente come associazione incontri di ascolto, una sorta di segretariato sociale, una “antenna” della solidarietà. Continueremo in questo percorso virtuoso avviato in sinergia con il Garante Ciambriello affinché il ruolo sociale che svolgiamo risulti sempre più efficace”.

“Abbiamo bisogno – ha sottolineato il Prof. Ciambriello – di implementare il circuito esterno a questa struttura, attraverso comunità alloggio alternative per detenute madri che, una volta in permesso, all'esterno non trovano strutture sociali alternative adeguate ad accoglierle.  Dietro le sbarre ci sono bambini, con gravi conseguenze per il loro sviluppo psico-fisico e relazionale. Per certi versi sono anche in condizioni che aggravano i loro diritti: educativi, scolastici, affettivi.

E’ successo da poco, inoltre, che ai minori di tre anni non è stata data più la possibilità di frequentare l’asilo paritario, per una questione di carenza di trasporto pubblico. Abbiamo bisogno di implementare percorsi di avvicinamento di strutture esterne al carcere.

Così come vi è bisogno di corsi di aggiornamento da destinare agli agenti, visto che non operano in una struttura “tradizionale” e di aumentare la presenza di figure sociali (assistenti sociali, educatori, osa, etc..) che fungano da pinte con l’esterno (asilo, scuole, asl)”.

“L’Icam non dà l’idea di un istituto penitenziario – ha chiosato il Direttore Paolo Pastena – Gli agenti non sono in divisa, non portano con sé armi e finanche i sistemi di videosorveglianza non sono visibili ai bambini, il tutto a tutela della serenità degli stessi. In questo carcere, che ospita 14 detenute madri e 15 bambini, di cui 6 di età inferiore ai 6 anni, conta 34 agenti di cui solo 8 donne. Un numero troppo esiguo quest’ultimo da implementare assolutamente. Ringrazio personalmente il Garante Campano Samuele Ciambriello per le progettualità sinora avviate in questo istituto e mi auguro che anche le associazioni del territorio possano fare rete per mettere in campo progetti a supporto delle detenute e dei loro bambini”.

Al termine dell’incontro si è tenuto un pranzo conviviale offerto dal Garante che ha previsto il seguente menù:

-prosciutto e mozzarella, fritturine in pastella, spaghetti vongole e lupini, frittura di pesce, hamburgher e patate fritte, insalata, bibite e dolci.

Gli avvocati Milazzo e Romano, poi, hanno donato ai bambini vestiti nuovi.