A Pietrastornina i due novelli Don Camillo e Peppone

Dalle offese su facebook del parroco Don Stefano, l'esposto-querela del sindaco Turtoro

La giunta comunale ha già dato l'incarico di difenderla all'avvocato Iandoli. Sul post pubblicato dal prete sarebbero state lanciate accuse pesanti nei confronti dell'ente, dei sui dipendenti e della polizia municipale, legati alla differenziata.

Pietrastornina.  

In Irpinia i novelli don Camillo e Peppone sono il parroco e il sindaco di Pietrastornina, rispettivamente Don Stefano Di Matteo e Antonio Turtoro. Ma a differenza di quanto accadeva a Fernandel e a Gino Cervi nei racconti di Giovannino Guareschi, adesso i dissidi tra il rappresentante della chiesa e quello dell’amministrazione comunale sono destinati ad arrivare in un’aula di tribunale.

Il fatto è che il rapporto, mai stato idilliaco tra i due, si è definitivamente incrinato quando il giovane sacerdote su un suo post di Facebook ha attaccato l’amministrazione locale e in riferimento alla differenziata (costi, raccolta, efficienza del servizio) avrebbe lasciato intendere un paragone tra i suoi esponenti e i sacchetti dei rifiuti. Questo, in sintesi, il messaggio apparso sulla pagina del social network del prete il 30 aprile scorso e poi eliminato.

La sua permanenza, però, è stata sufficiente a far leggere il post a sindaco e giunta che sono andati su tutte le furie. Da qui la decisione, ratificata nel corso di una riunione dell’esecutivo, di perseguire nelle sedi giudiziarie competenti «chi si è reso gravemente lesivo dell’onore e del decoro dell’amministrazione comunale, oltre che dell’immagine e la rispettabilità dei dipendenti comunali e della Polizia Municipale». Un passaggio confermato dall’avvocato Francesco Saverio Iandoli, incaricato della difesa dell’ente.

I commenti postati su Facebook dal profilo del parroco, e definiti dalla giunta inopportuni e irriguardosi, dunque, ora saranno oggetto di un esposto-querela per diffamazione aggravata. Accuse che vedranno su fronti opposti Don Stefano e Antonio Turtoro, appunto i due novelli, e moderni, Don Camillo e Peppone d’Irpinia.

Alessandro Calabrese