"Per Iannace il malato non è un numero, conta la persona"

L'esperienza di Federica, la figlia di Carmelina Di Grezia racconta: lui, un medico unico e umano

"Sono un medico, vorrei diventare un oncologo pediatrico. Spero di imparare da lui a gestire i pazienti con questa straordinaria umanità e comprensione. Chi si ammala non è un numero di un letto di ospedale, ma una persona"

Mercogliano.  

"Ricordo mia madre, la malattia. Ero una bambina quando lei si ammalò di cancro al seno. Davanti ai miei occhi scorrono fotogrammi fugaci di foulard e i cappellini colorati che indossava durante le cure. Lei è una grande donna. Si è salvata. Ma il suo calvario è scorso davanti ai nostri occhi veloce e indolore, perchè solo in seguito ho capito che dietro di lei, dietro le chemio, l'operazione, la radio c'era un grande uomo". Federica Sandullo si è appena laureata in medicina. Giovanissima, occhi grandi e verdi come la speranza, diventerà un oncologo pediatrico. Una sfida grande quella che ha scelto di affrontare con coraggio e determinazione, ma con un bagaglio emotivo e personale di grande valore. Un passato che ha segnato indissolubilmente la sua crescita. Sua madre è Carmelina, la presidente dell'Amdos Mergogliano. Nei ricordi di infanzia di Federica ci sono tutte le guerriere dell'esercito rosa di Iannace. La lotta di sua madre è stata quella contro la malattia e per portare avanti la prevenzione. Sua madre, Carmelina Di Grezia, è una delle veterane dell'esercito rosa Amdos e Amos che porta avanti in tanti paesi gli screening della prevenzione contro il cancro al seno.

"Crescendo ho capito che il dottore Iannace ha reso possibile la vita e la reazione di mia madre alla malattia. Ho sempre pensato che cosa renda davvero speciale Carlo Iannace, questo medico straordinario per capacità e bontà, sia il suo modo di approcciarsi al malato. Per lui il paziente non è un numero, ma una persona col suo bagaglio personale di vissuto e esperienza. Il suo modo di accogliere il malato è incredibile. Senza contare cosa sia riuscito a creare con queste donne che sono sempre in prima linea per aiutare chi scopre il cancro e si trova all'improvviso di fronte alla paura di non farcela". Federica da bambina è cresciuta tra gli incontri delle donne volontarie. Ha vissuto e respirato la speranza e forza di affiancarsi e di incoraggiare chi soffre. Federica ha gioito per sua madre che ha superato il momento più buio. Anche Federica ha voluto dare il suo contributo raccontando la sua esperienza, lei cresciuta in questo mondo speciale fatto di coraggio, forza e solidarietà. "La lezione più grande che ho ricevuto è la volontà. Non bisogna scoraggiarsi. Questa la lezione, che con semplicità queste donne riescono a trasmettersi. Nonostante tutto, anche quando le cose sembrano andare nel verso peggiore".