Danzare per esprimere le proprie emozioni, i propri timori e trasformarli in pulsioni vitali che aiutino a ricostruire l’identità della persona nella sua totalità, anima e corpo, e affrontare con più energia e serenità le difficoltà che si presentano nel periodo più difficile della propria vita, la lotta contro il cancro. Si chiama Balliamo con la vita il corso di danzaterapia promosso dall’Amos Solofra, ideato e messo in piedi grazie all’impegno e caparbietà di Mariarosaria Ingenito, presidente dell’Amos Solofra, della psiconcologa Annalisa Stanco che collabora con il reparto di oncologia del Moscati e del maestro Mario Cesa.
La danzaterapia si propone infatti, come principale obiettivo, quello di aiutare le donne a superare il malessere psicologico che spesso si accompagna alla diagnosi di tumore, nelle varie fasi fino a prima e dopo l’intervendo, passando per la chemio. E così in questa sala ballano le donne per riconquistare la serenità perduta, a svagarsi, divertirsi e, non meno importante, stare insieme ad altre donne.
«Una dimensione fondamentale collegata alla danzaterapia è infatti quella della socialità, che permette alle pazienti di evitare l’isolamento, vincere la solitudine e riaprirsi alla vita, obiettivi perseguiti in questo progetto - spiega Stanco -». «Ci sarà anche un saggio finale, il prossimo cinque aprile, vogliamo ballare per stare meglio. Questo progetto aiuta a sentirsi di nuovo donne. Tornare in contatto con il proprio corpo è un percorso dolce di riappropriazione identitaria - precisa Ingenito -. Si tratta di danze quasi liberatorie, che ti rimettono in contatto con te stessa. Si ballano danze caraibiche, afro cubane che divertono e coinvolgono davvero tutti».
«Si tratta di movimenti che aiutano anche a lenire la sofferenza non solo fisica ma anche psicologica - racconta Stanco -. Ci piace definirlo un modo per rinascere. Mi sono commossa quando ho visto alcune di loro fare la chemio la mattina e arrivare il pomeriggio stesso in sala per ballare. Una testimonianza di come, la danzaterapia, possa aiutare psicologicamente e fisicamente».
«Devo ammetterlo, sono ogni giorno più stupito. Non sono io a trasmettere energia a loro, ma loro a me - racconta Mario Cesa -. Lavoriamo sulle emozioni e si è creato un gruppo speciale. Stiamo preparando un saggio speciale. La danza è solo il mezzo attraverso cui queste ragazze sanno esprimere la loro straordinaria forza vitale».