Dal palco dell’Ariston di Sanremo, ai pulpiti del web delle parrocchie irpine, dove si rilancia il successo di Mahmood tra sostenitori ferventi e detrattori e si commenta la foto del Papa con la spilletta dell’accoglienza. Da don Salvatore Picca a don Vitaliano Della Sala, passando per don Antonio Romano. Il clero irpino, e non solo, è intervenuto più volte sul caso. Sì perché dalle polemiche post Sanremo ai messaggi domenicali a mezzo spille di Papa Francesco, il discorso intorno a cui ruota il dibattito è quello dell’accoglienza.
E' bastato un selfie, uno dei tanti, che Papa Francescoconcede durante i suoi incontri per diventare subito virale. Questa volta il motivo nasce da una spilletta con la scritta "apriamo i porti", a sostegno dei migranti, che il Papa ha messo subito in evidenza e ha voluto tenere con sè. A postare la foto su Facebook è stato don Nandino Capovilla, parroco a Marghera (Venezia). La foto ha fatto il giro del web.
Scelta commentata da tanti. I sacerdoti irpini si sono guadagni un loro posto al sole nel fervente dibattito nazionale. E lo fanno utilizzando piattaforme di comunicazione attuali, come i social network, per lanciare un proprio messaggio. Stavolta la scena è del parroco di Chiusano San Domenico, don Antonio Romano. La sua riflessione da Facebook arriva a seguito dell’immagine che ha fatto il giro del mondo e che immortala Papa Francesco con una spilla che invita ad aprire i porti.
«Non riesco a trovare la foto del papa con la spilla in bella vista con scritto: “aprite i porti” – scrive il parroco di Chiusano sul suo profilo social - . Ne vorrei fare una uguale con la scritta “aprite il Vaticano”. Perché aprire i porti solo a chi si può permettere di pagare il viaggio da clandestino e non andare a prendere i milioni di poveri che muoiono letteralmente di fame? Intanto la gendarmeria vaticana caccia via i clochard da piazza san Pietro per motivi di decoro e di ordine pubblico e non accoglie il giornalista che si finge profugo siriano nemmeno per una notte. Una cosa è lanciare slogans, un’altra è trovare soluzioni di buonsenso».
Un messaggio, quello del sacerdote irpino, che raccoglie ampi consensi. Fioccano i commenti a corredo. Un parroco quello di Chiusano che commenta spesso l’attualità.
Solo poche ore dopo un secondo post riferito alla giustizia italiana. “La legge sarà uguale per tutti solo quando i giudici smetteranno di applicarla a seconda degli schieramenti. Nel 97 il governo Prodi odinò il blocco navale ai migranti Albanesi e una motovedetta della guardia costiera italiana speronò una nave albanese provocando la morte di più di 80 persone. Risultato. Nessun indagato. Adesso le toghe rosse vogliono processare un intero governo per sequestro di persona. Siamo arrivati al ridicolo. Non mi venite a parlare di coerenza sull'immunità parlamentare del M5S perché qui si tratta di una contromisura per difendersi da un preciso attacco studiato per sovvertire la volontà popolare”. Anche stavolta il parroco arriva dritto al cuore del problema, ottenendo molti consensi e aprendo un fervente dibattito.