Libera ricorda ad Ariano il sacrificio di Pasquale Campanello

Proiettate per la prima volta le immagini del documentario di Sandro Ruotolo

La storia di Pasquale è patrimonio di tutti e motivo di impegno quotidiano da cui bisogna partire per costruire le nostre comunità su verità e giustizia...

Ariano Irpino.  

“Le mafie oggi come spesso ci dice Don Luigi Ciotti, il nostro presidente nazionale non indossano più la coppola e la lupara, sparano pochissimo, veramente poco, ma fanno affari con le povertà, i migranti, la corruzione.”

Ad affermarlo è Emilia Noviello referente Libera Avellino, giunta ad Ariano per avviare un percorso di coinvolgimento delle associazioni e dei giovani irpini in vista del 21 marzo, giorno in cui la marcia regionale “Giornata della memoria e dell’impegno” farà tappa ad Avellino. Nella Biblioteca Comunale Mancini, il Forum dei Giovani di Ariano in collaborazione con l’Amministrazione Comunale rappresentata dall’assessore Mario Manganiello, il Rotaract club Avellino Est e il Gruppo Scout Ariano 1, ha ospitato la prima tappa del tour “100 passi verso il 21 Marzo”.

“Mafie che come ci ha consegnato anche la ricerca che Libera ha condotto quest’anno, sulla percezione del fenomeno mafioso dal titolo “Libera idee”, sono presenti non solo in Italia, in Europa, ma in ogni parte del mondo. La verità è che rispetto a questo, abbiamo tantissimo lavoro da fare, soprattutto con i giovani, che in modo particolare al Sud ritengono che le mafie siano un fenomeno di narrazione.”

Proiettate per la prima volta le immagini del documentario di Sandro Ruotolo: “Un giorno come tanti”, sulla tragica morte di Pasquale Campanello realizzato da Giovanni Centrella. Un docufilm che racconta la storia, l’umanità e la quotidianità di un uomo comune, vittima innocente delle mafie.

E la scelta di Ariano da parte del Forum della Giovantù ha un significato importante. E’ la città in cui Pasquale Campanello  cominciò, nel 1982,  la propria carriera da agente di polizia penitenziaria in carcere. Nel 1986, da sovrintendente, venne poi assegnato alla casa circondariale di Poggioreale come addetto al padiglione di massima sicurezza, nel quale erano reclusi diversi affiliati alla Camorra. L’essersi distinto per l'intransigenza con la quale svolgeva il proprio lavoro ha decretato la sua condanna a morte da parte dei clan. L’8 febbraio del 1993 fu ucciso, all'età di 33 anni, da quattro killer sotto la sua abitazione a Mercogliano. A Campanello quest’anno è stata intitolata la casa circondariale di Ariano. La storia di Pasquale è patrimonio di tutti e motivo di impegno quotidiano da cui bisogna partire per costruire le nostre comunità su verità e giustizia.

Particolarmente emozionata Antonietta Oliva, vedova di Pasquale Campanello: “Per me è un orgoglio essere qui. Ariano resta nel mio cuore, proprio perché quando io ho conosciuto lui lavorava nel carcere arianese. E ricordo che mi portò qui per fami conoscere questa città che lui amava molto. La presenza dei giovani in questa iniziativa è molto positiva. Bisogna scuotere le coscienze e trasmettere loro la legalità. E’ di questo che abbiamo bisogno. Oggi la mafia sta agendo in modo diverso, ma è sempre presente, non dobbiamo mai abbassare la guardia.”

L'assessore Mario Manganiello: "Una storia tristissima, pensare ad un uomo, un padre di famiglia che non torna più dai suoi affetti, perchè ad attendelo sotto casa ci sono i killer. Ripercorrendo la sua drammatica vicenda ho provato ad immedesimarmi nel dolore dei familiari. E' qualcosa di indescrivibile. E la forzam il coraggio, la determinazione della moglie di Pasquale è un grande esempio per tutti noi." Nella foto, un'immagine tratta dal documentario proiettato ad Ariano.