Monica, pizzaiola dalle mani d'oro porta in alto la sua Ariano

Sul podio a Scalea, in Calabria, al campionato mondiale di pizza piccante

Il 18° campionato mondiale di pizza piccante, è organizzato dal movimento pizzaioli italiani, dalla scuola nazionale pizzaioli professionisti e dall’Università del gusto con il patrocinio dell’Accademia italiana del peperoncino...

Ariano Irpino.  

 

di Gianni Vigoroso

Irpinia sul podio al campionato mondiale di pizza piccante a Scalea, al Santa Caterina Village in Calabria e a brillare e una donna, Monica Maraio 35 anni di Ariano. E’ lei la prima pizzaiola in rosa a coronare il sogno di diventare professionista. Secondo posto prestigioso nella categoria cadetti. Famiglia umile, tanti sacrifici, caparbietà, impegno e grande talento. E alla fine nonostante le avversità della vita la lotta paga sempre e oggi Monica è la regina delle pizza nella sua Ariano.

Ha partecipato al corso di pizzaiola nella pizzeria El Barrio Café in via Villa Caracciolo nel popoloso Rione Martiri con l'ottimo istruttore Antonio Scapicchio pluri campione. Ed è qui che ci prenotiamo anche noi per gustare le sue creazioni. 

Il 18° campionato mondiale di pizza piccante, è organizzato dal movimento pizzaioli italiani, dalla scuola nazionale pizzaioli professionisti e dall’Università del gusto con il patrocinio dell’Accademia italiana del peperoncino. L’evento prevede al suo interno la competizione della coppa italiana e del mondo.

Una manifestazione che continua a crescere di anno in anno, grazie anche all’instancabile impegno del presidente del movimento pizzaioli italiani Francesco Matellicani e che ha visto una massiccia partecipazione da tutta Italia e anche dall’estero.

La passione tra i forni in rosa è cresciuta notevolmente in Italia negli ultimi anni. Luciana Squadrilli su Repubblica Sapori, come riporta “Scatti di Gusto” ha stilato da da nord a sud le pizzaiole più famose d’Italia.

Se ne contano 14: Marzia Buzzanca (Percorsi di Gusto, L’Aquila), Teresa Iorio (Rossopomodoro Lab Napoli), Isabella de Cham (1947 Pizza Fritta, Napoli),  Roberta Esposito (La Contrada, Aversa), Francesca Gerbasio (Pizza e Maccarun’, Sala Consilina), Barbara Giovannini (Apogeo, Pietrasanta), Filomena Palmieri (Da Filomena, Castrovillari), Valeria Abbonizio (Peccati di Gola, Castel Frentano), Petra Antolini (Settimo Cielo, Pescantina), Maria Cacialli (La Figlia del Presidente, Napoli), Paola Cappuccio (Pizza Verace, Portici), Giulia Dodaj (Pizzeria Focacceria Fantasy, San Donà di Piave), Antonella e Caterina Rusciano (Pizza Catarì, Ischia), Paola Sabbatini (La Lucciola, San Severino Marche).

E’ sua maestà la pizza di Napoli a farla da padrone, essendo oggi anche patrimonio Unesco, soprattutto per l’arte di farla. Un marchio mondiale decretato dal 12° Comitato per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale dell'Unesco, nella Corea del Sud. Ma anche in Puglia spicca una pizzaiola doc, Pina Pierro, originaria di Savignano Irpino. Per degustare le sue variegate e buonissime pizze basta raggiungere Castelluccio dei Sauri all’ingresso del piccolo comune dei Monti Dauni. Tra le più gettonate spicca: "La rustica".

Per l’Unesco, si legge nella decisione finale, “il know-how culinario legato alla produzione della pizza, che comprende gesti, canzoni, espressioni visuali, gergo locale, capacità di maneggiare l’impasto della pizza, esibirsi e condividere è un indiscutibile patrimonio culturale. Non ci resta che sorridere e mangiare pizza. Lo dicono anche gli esperti: "La pizza è buona e sana perché rispetta tutti i dettami della dieta mediterranea."

(Foto Calabria Food Porn)