di Gianni Vigoroso
Padre Francesco Pazienza è tornato in terra d'Irpinia. Qui ha molti amici, e sempre qui ha passato molti anni della sua lunga vita religiosa.
Originario di San Giovanni Rotondo ha svolto la sua missione francescana tra Pietrelcina e Gesualdo prima di ritornare nel suo paese natale.
Ha conosciuto San Pio da Pietrelcina e i ricordi di quegli anni ormai lontani nel tempo li ha stampati nel cuore non solo nella mente perché solo così si conservano meglio.
"Grazie a Padre Pio ho preso i voti e ho capito davvero la mia vera vocazione- dice padre Francesco-. Aveva sì un carattere rude, quasi scontroso, ma aveva una tenerezza d'animo fuori dal comune. La santità è anche questo. Lui leggeva davvero nel cuore della gente. E' un dono che ha solo chi è realmente vicino a Dio e fa la sua volontà". Padre Francesco ne ha di aneddoti da raccontare. Ha studiato a San Giovanni quando San Pio era nel pieno del clangore mediatico per le stimmate e i prodigi che operava e la Chiesa di Roma lo osteggiava. Il suo percorso di studi fino alla consacrazione è coinciso con gli anni particolari e decisivi della vita del frate di Pietrelcina.
I loro destini si sono incrociati. Padre Francesco è cresciuto all'ombra di San Pio e non fa mistero dell'ascendente che il frate aveva su di lui. "Non è un caso che poi sono stato inviato a Pietrelcina- esclama ancora padre Pazienza-. E poi a Gesualdo. Luoghi molto cari a san Pio, luoghi di forte spiritualità".
Luoghi che dopo il boom della santità sono ritornati nell'anonimato. Il fenomeno turistico religioso è evaporato molto presto. Ci vorrebbe un altro miracolo per invertire la rotta e lasciarsi alle spalle la crisi attuale. Padre Francesco allarga le braccia, e sospira. Non a caso esclama: "Ci vuole tanta ma tanta pazienza"!