di Andrea Fantucchio
Angeli sporchi di fango. Lo stesso fango che ha spazzato via una Contrada, Casamanzi, seppellita da due metri di terreno e detriti «partoriti» dallo squarcio che si è aperto, oggi di venti anni fa, nel fianco di Pizzo D'Alvano. Quando una frana ha sepolto Sarno, Siano Bracigliano e San Felice a Cancello. Undici i morti a Quindici. Dove i nostri «angeli» col casco da pompieri hanno soccorso decine di persone. Lo ricordano come fosse ieri. Loro che hanno dedicato tutta la loro vita a salvare altre vite: il capo reparto, Pasquale Marinelli, il capo squadra, Luigi Del Ponte, medaglia d'oro al valore civile, e il capo reparto Pellegrino Testa, insignito della medaglia d'argento. E oggi hanno ricevuto i complimenti dal comandante provinciale dei caschi rossi, l'architetto Rosa D'Eliseo (GUARDA LO SPECIALE CON FOTO D'EPOCA DI QUINDICI E SARNO E VIDEO)
«Con l'arrivo del maltempo – racconta Marinelli – dalla Prefettura, allora guidata dal dottor Renato Stranges, ci avevano chiesto di andare a vedere la situazione a Quindici. Avevamo trovato un folto capannello di persone di fronte al municipio».
L'inizio della fine. Un disastro naturale che, fra tutti i comuni colpiti, ha distrutto centosettantotto case, quattrocentocinquanta gli edifici danneggiati, centotrentasette i morti. Comunità ferite al cuore dalla furia della natura che si è abbattuta improvvisamente.
«La colata di fango si è divisa in due. Una procedeva più veloce verso il centro del paese. L'altra, più lentamente, ci ha travolto. Io avevo tolto gli stivali, un mio collega no. E' stato lui a tirarmi fuori prima che il fango si indurisse. Mi ha salvato la vita».
Così come hanno fatto i pompieri con Rita Santaniello, sorpresa dalla «colata di lava» mentre era ancora nel suo tabacchino.
«L'abbiamo tirata fuori creando un ponte, con una nostra scala di servizio, fra il mezzo e il negozio della signora. Era terrorizzata ma ancora viva. Non dimenticherò mai suoi occhi».
Momenti di terrore che si sono fissati indelebilmente nei ricordi di chi era lì e quei luoghi, quei volti, quei momenti, se li porterà dentro per sempre.
«La nostra squadra è stata anche data per dispersa. I mezzi erano stati travolti dal fango».
Intanto il sindaco di Quindici Antonio Siniscalchi e il commissario Pasquale Picone avevano raggiunto Casamanzi con un megafono spingendo i residenti a lasciare le abitazioni. Seguirono altri giorni terribili. Oggi, dopo vent'anni, ancora troppo poco è stato fatto in materia di prevenzione. Ma nonostante i rischi, gli angeli sporchi di fango come Marinelli, Del Ponte e Testa, non hanno mai smesso di fare il loro dovere.