Due italiane all'estero: «Così creiamo il nostro futuro»

Abbiamo ascoltato due giovanissime che hanno lasciato l'Italia per realizzare i loro sogni.

«Qui spesso lavoriamo di più, e non sempre veniamo pagate il giusto, ma ci stiamo costruendo il nostro spazio. In Italia sarebbe stato molto più difficile».

Contrada.  

 

di Simona Addivinola 

«Voglia di lavorare viaggiando per il mondo», questo lo spirito che anima la scelta di Martina Picariello, 21enne di Contrada, partita per la Francia (Erasmus) e ora in Spagna, ha scelto Madrid, dove lavora come guida turistica. Le sue dichiarazioni ci aiutano a ricostruire uno scenario purtroppo comune a tanti giovani italiani. Ragazzi che vanno via per seguire il loro sogno, la loro passione, o che talvolta, purtroppo, fugguno da un luogo che alternative non ne offre.

Sempre più frequente è la necessità dei giovani di vivere o progettare il proprio futuro all’estero. Ragazzi laureati o semplicemente in cerca di occasioni che decidono di voltare pagina e trovare un futuro migliore.

Duecentomila laureati persi nell'arco degli ultimi quindici anni e il Sud ne risente; ma cosa spinge un giovane ad abbandonare il proprio Paese e affrontare un nuovo viaggio portando con sé solo speranze e la propria voglia di elevarsi nel proprio settore?

La stessa speranza che ha Martina, giovane studentessa ventunenne dell' Università l' Orientale di Napoli, che ha deciso di fare esperienze in Spagna con un tirocinio e in Francia con un Erasmus.

La condizione dell’ italiano all’ estero può anche risultare negativo per certi aspetti: la voglia di emergere spesso vuol dire scontrarsi con ruoli marginali e le parole di Martina sono chiare: “molte volte sono costretta a lavorare più del dovuto, oltre il mio orario di lavoro, approfittandosi della mia bontà e voglia di lavorare". Ma, nonostante questo, vive anche giorni felici conoscendo persone cordiali e socievoli di diverse culture con cui condivide una casa.

Il problema della ‘fuga di cervelli', soprattutto nel Mezzogiorno, può avere anche effetti sulla stessa economia dell’ Italia meridionale; quando un italiano decide di ‘migrare’ verso il Nord o all’ estero, in qualche modo, sta limitando e fermando l’ economia del Paese stesso. C'è speranza in un ritorno da parte di Martina, desiderosa di poter, un giorno, “lavorare in Italia e stare accanto alla mia famiglia e ai miei affetti" senza un lavoro precario ma con numerose possibilità ad attenderla.

Martina non esclude la responsabilità di questo fenomeno alla politica italiana. C'è sempre meno fiducia e sempre meno lavoro che “comportano determinate decisioni, anche sofferte".

Martina non è l’unica ad aver preso questa decisione; Costantina Violante è una ragazza che ha deciso, subito dopo la maturità, di trasferirsi all’ estero per poter essere economicamente indipendente e allargare i propri orizzonti prima con l’Erasmus e poi iniziando a lavorare.

Quando ci parla della sua situazione all’ estero ci si rende conto che non è diversa dalla precedente; in questo caso, Costantina, ha dovuto abbattere anche i classici cliché italiani del “ spaghetti, mafia e mandolino" per poter essere accettata e confrontarsi con gli altri.

La possibilità di un ritorno da parte di Costantina, per ora, è lontana sottolineando che "mi piace pensare che le mie radici siano ben piantate. Ho acquisito privilegi che mi costerebbe lasciare andare ora".

Un pensiero accomuna, infine, le giovanissime studentesse: i giovani hanno desiderio di scoprire e di riscoprirsi ma non senza conseguenze. La stessa Costantina afferma infatti “molti pensano che vivere all'estero sia aver trovato El Dorado. Vivere all'estero comporta il doppio delle responsabilità’ E, chissà, se il nostro stesso Paese, un giorno , potrá diventare luogo di possibilità e occasioni, come El Dorado. Un paese non da cui fuggire ma dove scegliere di rimanere”.