Saranno accolte da oggi, allo Sprar Caritas di Chianche, quattro donne arrivate questa notte all’aeroporto militare di Pratica di Mare con il primo Corridoio Umanitario dalla Libia che ha portato in Italia 162 persone, frutto di un accordo che ha coinvolto Governo Italiano, governo libico, l'Onu e la Conferenza Episcopale Italiana, che prevede il trasferimento di 1.300 richiedenti asilo.
Caritas Italiana ha individuato le disponibilità all’accoglienza sui territori nell’ambito del circuito di accoglienza istituzionale, cioè Centri di Accoglienza Straordinaria e Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar), tra cui quello della diocesi di Benevento che ospiterà F.M., 19 anni, Z.T., 21 anni, B.T., 18 anni, S.T., 29 anni, tutte di nazionalità eritrea.
I migranti sono stati individuati, tra coloro che erano in condizione di massima fragilità, dall’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr). Due gli aerei dell'aeronautica militare italiana che da Tripoli hanno trasportato i profughi da Somalia, Eritrea, Yemen e di etnìaOmoro dall'Etiopia.
Le persone arrivate ieri sera in Italia erano recluse nei centri di detenzione in Libia, prigioni gestite da milizie armate in cui i diritti umani sono violati. Le condizioni in questi centri sono diventate ancora più gravi negli ultimi mesi e per questo motivo la Chiesa Italiana ha ritenuto urgente intervenire per favorire l’ingresso in Italia di persone particolarmente vulnerabili e garantire loro assistenza e protezione.
Lo scorso 14 novembre, l’Alto commissario Onu per i diritti umani ZeidRaad Al Hussein, durante la riunione del comitato delle Nazioni Unite a Ginevra, aveva definito “disumana” la collaborazione tra l’Unione europea e la guardia costiera libica. L’ Alto commissario aveva citato le valutazioni degli osservatori dell’Onu inviati nel Paese nordafricano a verificare la situazione nei campi di concentramento libici, dove è in uso anche la compravendita di persone: «Sono rimasti scioccati da ciò che hanno visto: migliaia di uomini denutriti e traumatizzati, donne e bambini ammassati gli uni sugli altri, rinchiusi dentro capannoni senza la possibilità di accedere ai servizi basilari».
«La nostra casa è la loro casa, la nostra patria è la loro patria. Perché se così non fosse non sarebbe nemmeno la nostra»: ha così commentato il presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti, che ha accolto i profughi all’aeroporto di Pratica di Mare.