Cavalcavia A16 ancora chiuso. Euronut pronta a licenziare

L'ad dell'azienda lancia il suo ultimo appello al Prefetto

Sperone.  

«Chiediamo di poter lavorare in un territorio dove creare impresa spesso è un miraggio». Lo scrive l’amministratore delegato di Euronut spa Domenico Manganelli nella lettera inviata al Prefetto di Avellino Maria Tirone. La missiva è stata scritta a quattro mesi dalla chiusura del cavalcavia numero 22 dell’autostrada A16 e dopo 122 giorni di isolamento per l’azienda alimentare situata nella zona industriale di Sperone. Una situazione che spinge al limite le risorse umane ed economiche di Euronut: «Non c’è davvero più tempo - scrive Manganelli - siamo allo stremo ed i danni subiti ormai sono incalcolabili. Purtroppo il perdurare di questa situazione ci sta mettendo di fronte ad una scelta che non vorremmo mai prendere e che mai abbiamo pensato anche solo di prendere in considerazione, cioè intervenire sui posti di lavoro».

Nel documento si esprime «paura e preoccupazione», anche per il comportamento di Autostrade per l’Italia che «non ha ancora presentato proposte da sottoporre alla Procura di Avellino, venendo meno agli impegni presi nella riunione del 15 settembre tenutasi presso la Prefettura».

«In questi mesi abbiamo adottato un approccio costruttivo - continua la lettera - ma assistiamo al continuo ripetersi della strategia legale della controparte volta alla tutela esclusiva dei propri interessi di breve periodo e tornaconti, venendo meno, a nostro avviso, agli elementari doveri di social responsability a cui dovrebbe attenersi il beneficiario della concessione».

Alla nota dell’ad Manganelli è seguita la risposta della Prefettura che ha assicurato l’impegno dell’Ufficio territoriale del Governo nella soluzione della vicenda. «Ci siamo rivolti al Prefetto Tirone - dichiara Manganelli - perché è ormai il nostro unico interlocutore istituzionale e perché ha saputo affrontare questa vicenda con grande attenzione e concretezza. La sua celere risposta ci rinfranca e dà un barlume di speranza per la risoluzione del problema nel rispetto delle decisioni dell’autorità giudiziaria».