Andrea Fantucchio
Un irpino vuole salvare la statua di Cristoforo Colombo. E non si tratta di una riproduzione qualsiasi: parliamo infatti della monumentale statua che si erge all'ingresso del Central Park a New York.
GUERRA ALLE STATUE
La possibile demolizione dell'opera è stata paventata dalle istituzioni in seguito ai fatti di Charlottesville in Virginia: dove ad inizio agosto c'è stato un feroce scontro fra un gruppo di suprematisti bianchi di estrema destra e un corteo anti-razzista. Causa dei tumulti, durante i quali è stato ucciso un ragazzo, la rimozione della statua del generale sudista, Robert Lee, invocata proprio dagli estremisti di destra.
Ma cosa c'entra Lee con Colombo? Per alcuni il celebre esploratore italiano sarebbe emblema del conquistatore spietato disposto per interessi a uccidere migliaia di schiavi. Un punto sui quali gli storici sono sempre stati ampiamente divisi anche perché le uccisioni contestate non sarebbero state materialmente eseguite da Colombo come nel caso di altri conquistatori latini.
«E' SOLO L'INIZIO: FERMIAMOLI!»
Molti americani, però, la vedono diversamente e “hanno dichiarato guerra” a tante statue italiane e comunque europee presenti nel continente e legate soprattutto al periodo coloniale.
Ora, però, torniamo al nostro irpino. Si tratta di Alfonso Panico, originario di Calabritto, ex console onorario d'Italia del Connecticut ed ex Presidente del Comitato organizzatore del Columbus Day di New Haven.
Per Panico la demolizione della statua sarebbe solo l'inizio poi, «Se nessuno interverrà – ha commentato - domani vorranno abbattere tutte le statue di Colombo, poi quelle dei Santi nei parchi e davanti alle chiese».
Uno scenario piuttosto apocalittico comunque tutto da verificare. Intanto l'irpino ha deciso di mobilitare in massa i tanti italo-americani residenti a New York per smuovere anche la coscienza dei rappresentanti istituzionali della città. Sono attesi sviluppi della vicenda già a partire dai prossimi giorni. Ottopagine è in contatto con Panico e vi terrà aggiornati.