Fra trivellazioni petrolifere e rischio sismico la correlazione è oggetto di approfondimento da parte della comunità scientifica. I rappresentanti dell’Associazione Italiana Geologici non entrano direttamente in una questione, che viene affrontata da diverse scuole di pensiero. Altra questione è invece lo stretto legame che insiste fra trivellazioni e rischio di contaminazione delle falde acquifere. Il fronte del Consiglio nazionale dei Geologi riunito ieri a Sant’Angelo dei Lombardi in occasione della presentazione del concorso “Avus per San Giuliano di Puglia” si è tenuto cauto.
“La correlazione fra estrazioni petrolifere e terremoto non è un’opinione condivisa e il consiglio nazionale allontana questa ipotesi: parlare di risorse, sviluppo e ambiente è un questione molto delicata, e in Irpinia c’è ancora in piedi uno studio che consentirà di seguire la cura dell’ambiente e fare in modo che non ci siano conseguenze negative”.
I geologi intervenuti si sono limitati alla teoria, non ponendosi problemi legati alla compatibilità tra gli impianti industriali petroliferi e una natura sismica del territorio, che in quattrocento anni ha provocato migliaia e migliaia di morti, cancellando in superficie manufatti e insediamenti produttivi di ogni genere. I rischi di contaminazione delle falde in condizioni estreme, per esempio, appartengono ad altri campi d’azione. Se i geologi ritengono che le stesse multinazionali sono solite affidarsi ad agenzie di tecnici specializzati, al Cnr, o alle università, per rafforzare la credibilità dei progetti e azzerare i margini di rischio connessi alle attività, i cattedratici confermano quanto già annunciato precedentemente dal fronte di resistenza locale: la legislazione regionale è del tutto carente e i comitati, come le istituzioni, hanno la possibilità di incidere sulla politica ed esercitare pressioni per raggiungere “giusti equilibri”. “Sul petrolio il Ministero per l’Ambiente ha fatto la sua parte, ma è chiaro che se le indagini in Campania andranno avanti, la Regione dovrà pronunciarsi e adeguarsi dal punto di vista legislativo”.