Caposele. Saure, il comitato unitario si scaglia contro Farina

Cinque circoli e tre consiglieri comunali chiedono alla giunta di prendere posizione sul pozzo

Caposele.  

La terra di santi, sorgenti e grandi personaggi gode della caratteristica di essere terreno fertile di conquiste incontrastate. Pubblica un manifesto durissimo il comitato popolare unitario cittadino, che nella battaglia di difesa delle Saure, si scaglia contro “una mancanza di reazione da parte di chi deve per legittimazione popolare difendere il proprio territorio”. Il circolo del Partito Democratico, Caposele Cinque Stelle, Caposele Futura, Circolo Arcobaleno, Gruppo Attivo Luciano Grasso, e i tre consiglieri Salvatore Conforti, Antonio Cione e Lorenzo Melillo arrivano allo scontro con l’esecutivo Farina.

L’antefatto. Il comitato politico nato agli inizi di marzo per proteggere la posizione meno impattante per la costruzione dell’ecomostro a Saure, opera accessoria della Pavoncelli bis, dopo una serie di confronti con il commissario Sabatelli, si vede rinnegare una possibilità di preservare la zona delle cantine. Un luogo candidato all’accoglienza turistica per la sua valenza e caratteristica storica ed ambientale unica.

“Un no secco e mortificante che al rimarcare che al “conquistatore pugliese” una volta che ha preso la decisione, nulla lo fa retrocedere. Nemmeno una soluzione meno impattante proposta dallo stesso comitato unitario, che in realtà niente toglie alla funzionalità dell’opera da costruire” si legge.

“Deprimente” infatti, viene definito anche il percorso delle istituzioni locali, “che rinnegando la loro stessa funzione di rappresentanti popolari, non hanno inteso che la soluzione proposta dal comitato aveva lo scopo sia di cancellare le superficialità amministrative del recente passato, sia di ricompattare un sentimento popolare e di unità comunitaria, che è stato stritolato dalla gestione chiusa e a senso unico degli stessi amministratori” continua.

“Certo accontentarsi di un cubo in vetro e ferro al posto di una copertura in cemento, come se fosse una specie di Tour Eiffel avrebbe regalato alla storia un bell’esempio di come i caposelesi si accontentano di lapidi e medaglie di latta in cambio della purezza dell’acqua, dell’aria e di un ambiente che se non sarà preservato con i denti, sarà ancora una volta depredato.

Nulla è ancora perso, e nonostante l’assenza delle istituzioni locali, ci appelliamo a tutti coloro che con buona volontà e con grande accanimento alla propria terra, ci accompagneranno verso la difesa del nostro ambiente e del nostro futuro, avendo in mete la speranza e la caparbietà necessaria a cambiare le cose, aspettando quel meglio che arriverà solamente con l’unità di intenti” conclude.  

Elisa Forte