Caposele.Lettera aperta a Nichi Vendola: si rispetti l'accordo

Il comitato unitario e i consiglieri comunali chiedono rispetto da parte dell'Aqp e tariffe eque

Caposele.  

Lettera aperta a Nichi Vendola…100 anni dopo. Il Circolo del Pd di Caposele, il circolo Arcobaleno, Caposele Futura, Caposele Cinque Stelle, e i consiglieri comunali Salvatore Conforti, Lorenzo Melillo e Antonio Cione scrivono una lettera al Governatore della Puglia per rivendicare le giuste attenzioni annunciate in occasione della firma della convenzione, e di adottare quei principi e regolamenti sanciti dagli allegati del documento stesso, che ad oggi non trovano riscontro pratico.

“Illustrissimo presidente,

la lapide di Piazza Sanità che decanta il “regalo” dell’acqua donata da Caposele alla Puglia da oltre 100 anni, non è ancora stata pagata agli artigiani caposelesi che l’hanno realizzata. E’ un modo irruente e forse poco elegante per comunicarle che Caposele, utilizzando l’esempio emblematico di questa piccola dimenticanza, non può essere abbandonato. Dopo un secolo le sue scuse pubbliche in piazza come rappresentante del popolo pugliese ci hanno commosso, ma a quelle giustificazioni non è seguito alcun chè. Convenzioni, patti, promesse, accordi sottoscritti, ma all’atto pratico la nostra terra, generosa da oltre un secolo, non ha ancora avuto restituito nessun vantaggio che potesse essere proiettato nel futuro.

Tanti sacrifici e innumerevoli restrizioni alle spalle di un popolo che vede, da sempre un territorio meraviglioso per il dono che la natura gli ha reso, abbandonato al suo destino, in un momento in cui la crisi nazionale e le angosce per un lavoro che rende soddisfazioni a poche famiglie, sta strozzando le flebili speranze per un futuro prospero, immaginato con la sua presenza qui, solo per pochissimi attimi.

Tutto quello che abbiamo sperato per una generosità incondizionata per una Regione che ha basato il suo sviluppo sull’acqua del Sele, si sta irrimediabilmente frantumando, riportando Caposele verso un triste ed inarrestabile spopolamento.

Una tariffa da pagare sull’acqua all’ente gestore (Aqp) che non riusciamo a comprendere perché debba essere imposta sui parametri della Puglia e non come suggerisce il Burc, attestata ai più giusti criteri, a km zero, dei paesi del Sele;

un accordo morale, scritto e mai attuato con la Puglia, nel quale è chiara la volontà della Regione beneficiaria del bene più prezioso del mondo, a salvaguardare e impreziosire i luoghi della sorgente;

Una superficialità e freddezza sconsiderata dell’ente gestore dell’acqua nel mantenere i rapporti col nostro paese e con le istituzioni locali che ci fa rabbrividire;

Un attacco continuo e scriteriato all’ambiente al nostro territorio, da parte di uno Stato che deve a tutti i costi, raddoppiare con un ulteriore buco, nelle viscere della nostra terra, un tratto di galleria (la Pavoncelli bis) per assicurare alla sua Puglia il beneficio dell’acqua per i secoli che verranno.

Il tutto attraverso una visione di assoluta mancanza di rispetto per la terra e per le popolazioni che qui ci vivono. Eppure se dovesse venir meno la qualità, la limpidezza, la bontà unica della nostra acqua, chi ne trarrebbe una condizione sfavorevole sarebbe solamente la sua Regione.

Il 24 aprile 2015 si celebra il primo getto d’acqua che zampillò in una fontana di Piazza Re Umberto a Bari. Una giornata esaltata come una delle date fondamentali della rinascita e della modernità pugliese.

Vorremmo festeggiare questo giorno insieme a lei, ai pugliesi tutti e ai caposelesi che nella storia, sorridendo con la loro generosità, si sono sacrificati per il bene più prezioso. E’ un semplice ma accorato appello, in modo che tutte le promesse fatte vengano rispettate, per ridare dignità, considerazione e speranza a questo nostro popolo, che ha già troppo sofferto nel recente passato, e che vuole ad ogni costo, nella unità e concordia, proiettarsi verso un futuro meno doloroso.