"Neve non ti temo", in tre danno la scalata a Pizzo S. Michele

Alessandro, Gianmarco ed Armando hanno scalato la vetta raggiungendo quota 1.567 metri

Solofra.  

C'è chi affronta la neve chiudendosi in casa, al calduccio. E chi invece indossa giacca a vento e scarponcini e punta alla vetta di pizzo S. Michele raggiungendo 1.567 metri sul livello del mare. Alessandro, Gianmarco e Armando appartengono a questa seconda categoria di persone. E nel giorno dell'Epifania, dopo l'abbondante nevicata della sera prima, si sono armati di buona volontà, una non trascurabile dose di "follia" ed hanno dato la scala al pizzo, la montagna che domina i comuni di Solofra, Calvanico e Montoro. "Questa incredibile esperienza, spiega Alessandro De Stefano, ha visto protagonista insieme a me anche mio cugino ed irriducibile viaggiatore dei monti Armando Cirino ed il giovane e determinato Gianmarco Maffei. Posso certamente affermare che è stata un’impresa difficilissima ed estenuante che sconsiglio vivamente a chi non conosce sentieristica e non ha la giusta preparazione fisica e mentale. Non mi vergogno di ammettere, infatti, che in alcuni momenti lo sconforto stava per avere la meglio poiché ad ogni passo in salita corrispondevano lancinanti dolore ai muscoli delle gambe e scivoloni che vanificavano gli sforzi".

"Giungere al Santuario e vedere quelle pietre grigie stagliarsi sul manto bianchissimo spazzato dal vento è stata una vera visione. Un momento che personalmente mi ha visto metaforicamente porgere ogni sforzo e sofferenza incontrata all’altare della piccola chiesa dedicata al nostro San Michele arcangelo. Il piccolo fuoco ristoratore, acceso da tre giovani che con noi sono giunti alla meta dal sentieri di Calvanico, ci ha letteralmente risollevati e rinfrancati dalla tremenda scalata. Il tempo di consumare un frugale pasto e già siamo tornati sul sentiero del ritorno, accolti da una nuova perturbazione che insieme al vento ci ha accompagnato durante la discesa scaraventandoci contro nuove raffiche di neve ghiacciata". Ed ancora. La montagna rappresenta una scoperta continua oltra ad una risorsa. Solofra deve la purezza delle sue antiche fonti a questo bene inestimabile che madre natura ha voluto donarci e per questo dev’essere nostro dovere tutelare un’eredità antica e valorizzare ogni suo volto. Nel mio piccolo ho cercato di porre l’accento su questo punto nel corso degli anni e con me lo hanno fatto ragazzi e persone amanti ed appassionate a questi giganti".

G.A.