Benevento

"Sabato scorso c’è stato un fatto politico importante: la manifestazione nazionale del Pd è stata un clamoroso fallimento. Pensata e organizzata per lanciare il Si la referendum costituzionale, rinsaldando la base sociale del principale partito italiano, ha visto la partecipazione di un numero di persone davvero irrisorio". Inizia così la nota di "Scelgo No Sannio". "Un partito che ha le redini del governo nazionale e annovera migliaia tra quadri, funzionari e amministratori ad ogni livello, avrebbe dovuto riempire non solo piazza del Popolo ma anche la zona circostante. Una piazza senza popolo, come è stato giustamente scritto, è la conseguenza di un partito e di un governo che tendono a dividere e non ad unire, separandosi da quei soggetti che hanno fatto la storia della sinistra e del centrosinistra nel nostro Paese, trasformandoli da corpi sociali in corpi estranei. La manifestazione è stata lo specchio di quello che accade quotidianamente sui nostri territori. È sempre più evidente che il referendum sembra voler distrarre l’attenzione dai problemi reali, su cui purtroppo non si registrano significative (e positive) inversioni di tendenza, e di ottenere una sorta di investitura plebiscitaria. Nei sostenitori del governo e della maggioranza si percepisce che spesso il voto favorevole è un dovere, ma non ci sono l’entusiasmo e l’energia che la manifestazione voleva ravvivare".

"Le drammatiche conseguenze sociali ed economiche dei terremoti in Italia Centrale, poi, accentuano un clima di difficoltà e inquietudine. Su questo aspetto, al di là delle posizioni referendarie, il dovere di tutte le forze politiche e sociali è di concorrere ad estrapolare il tema dell’assistenza e della ricostruzione dall’agone quotidiano, per creare condizioni di collaborazione reale e concreta. Non possiamo non rilevare l’atteggiamento supino della maggior parte della stampa nazionale, se si escludono le solite, meritorie eccezioni. Abbiamo ascoltato e letto frasi come «piazza quasi gremita» e «grande manifestazione popolare». In tal caso si tratta di vere e proprie menzogne, frutto del consueto servilismo di una parte della stampa, abituata ad agire come megafono del governante di turno. In generale, è l’impostazione della comunicazione di massa, che passa attraverso i principali giornali e le principali reti televisive (RAI, Mediaset e Sky), a denunciare un preoccupante asservimento filogovernativo. Si pensi a quanto accade ogni giorno nei telegiornali. Ancora più preziosa, in questo clima, appare l’opera della stampa locale, che invece garantisce spazio e pluralità a tutte le idee in campo e alla quale siamo pertanto grati. È necessario che la mobilitazione continui e sia sempre più decisa. Il 4 dicembre infatti è lontano e l’invasiva propaganda governativa continuerà a martellare soprattutto gli indecisi. Dobbiamo spiegare bene le ragioni del no, ricordando a tutti che le cose si cambiano attraverso processi reali e non inventando una narrazione in cui sono rimasti in pochi a credere".

Redazione