Benevento

L’Associazione culturale Generoso Simeone, ieri in biblioteca provinciale, ha presentato l’ultimo lavoro di Torriero “L’Illuminismo è finito, ma non andiamo in pace”, alla presenza di un cospicuo pubblico interessato alle due ore di interventi programmati.
Dopo i saluti della professoressa Tiziana Iuzzolino, socio dell’Associazione culturale Generoso Simeone e l’introduzione di Marina Simeone, Presidente dell’Associazione Generoso Simeone la parola è stata passata all’autore Fabio Torriero, che ha lanciato le sue frecce, dirette contro bersagli precisi: terrorismo, perdita del sacro e quindi laicismo, metamorfosi delle polarità sessuali e quindi Gender.

L’illuminismo con i suoi Robespierre, Rousseau, Voltaire e adepti non ha fatto altro che dare vita ad una società mostruosa, i cui figli naturali non possono che essere deformazioni umane, a cui soltanto potrebbe opporsi una resistenza in nome di valori identitari, purtroppo dispersi nel marasma del globalismo. Al tavolo dei relatori accanto all’autore l’Associazione ha voluto esponenti del mondo della comunicazione, della chiesa e della scuola, che potessero rendere il confronto completo come pluralistico e così Raffaele Salomone Megna, presidente Gilda Benevento, ha regalato all’accorta platea venti minuti di viaggio in una Europa aggredita, desolata, sconfitta, una Europa in crisi che deve scegliere in nome e per conto di cosa combattere.

Non l’illuminismo è all’origine del male - ha ribadito Salomone Megna - ma quello che Fusaro ha definito ordo-liberismo, il male di matrice economicista e consumistica. L’illuminismo è stato tradito non terminato. Delicato e istruttivo l’intervento della Dirigente dell’Istituto artistico Virgilio Maria Buonaguro, attenta indagatrice della fragile psiche dei propri studenti e intenzionata a non infrangerla, ma ad impreziosirla con letture giuste che possano porre i problemi attuali al centro della riflessione.
“I modelli sono importanti per i nostri giovani perché possano avere una solida consapevolezza dell’essere cittadini”. Monsignore Pasquale Maria Mainolfi è entrato nel dibattito in punta di piedi e si è lasciato trasportare con la forza di uragano travolgente dalla tematica: il gender.

L’assenza di sessualità, la morte della emozionalità, della partecipazione al conoscersi, al frequentarsi, al capirs,i al confrontarsi, sta ledendo nel profondo il senso stesso di comunità, del trovarsi insieme in un percorso di vita. Il gender è un errore, lo è il permessivismo che comporta, il non voler dare, con il pretesto della libertà un valore alla naturalità, stabilita da Dio e non ripensabile dall’uomo arbitrariamente. Ha lanciato attacchi chiari e senza remore contro la scuola che permette ad oscenità indicibili di “educare” i bambini del futuro, quelli che vedranno nella masturbazione, nel contatto amoroso un obbligo istituzionale, come il fare i compiti a casa. Applausi e assenso per le sue parole. Il pubblico non è rimasto a guardare e nonostante il tempo trascorso insieme fosse stato già sufficiente dal pubblico un volto noto alle cronache dell’Associazione Davide Scarinzi ha chiesto di prendere la parola e ha aggiunto al discorso di Pasquale Maria Mainolfi tra le oscenità in atto , l’invasione migratoria, un ingresso avallato dal Papa Bergoglio, che invece deve essere fermato subito. Un pomeriggio autunnale caldo a Benevento che ha fatto levare voci da sinistra e destra a ribadire l’importanza di affrontare trasversalmente i problemi come ha rilevato Marina Simeone: “perché non è più il tempo di chinare il capo dinanzi alle ideologie novecentesche e alle assialità ottocentesche. E’ tempo di scegliere da che parte stare e se e come difendere la propria identità o subirne la morte definitiva in nome di valori mondialisti e finanziari senza radici, senza patria, senza cuore”.