Salerno

Il parere c’è: ma dov’è? Emesso dal Ministero a metà settembre, il 13, soltanto venerdì scorso è stato protocollato dal presidente del Consiglio Ferrara e comunicato ai presidenti delle Commissioni consiliari. I consiglieri di Palazzo Guerra lo attendevano per martedì scorso, durante lo svolgimento del Consiglio comunale. Invece nulla. Il parere ministeriale sul taglio dei gettoni di presenza dei consiglieri comunali operato unilateralmente dall’esecutivo di Palazzo Guerra, invece non è stato visto proprio. Una ricerca al terzo piano di Palazzo di Città che era praticamente diventata bipartisan, visto che anche l’opposizione si stava muovendo in tal senso per leggere la nota ministeriale sulla legittimità della sforbiciata sulle indennità. Tanto che era pronta una richiesta ufficiale al segretario generale Menna, mentre gran parte della maggioranza si stava per rivolgere al presidente del Consiglio.

Alla fine il parere è saltato fuori ma i dubbi restano, soprattutto per come sarebbe stato posto il quesito a Roma. E anche la risposta non sarebbe stata altrettanto chiara, con le voci incontrollate di queste ore che recitano che un altro parere sarebbe stato richiesto. Del resto, fra le note dello stesso parere si leggerebbe che la decurtazione dei gettoni di presenza era necessaria per quei Comuni che non si erano adeguati al decreto ministeriale del 2000. Cosa che, secondo alcuni amministratori di Palazzo Guerra sarebbe stato già fatto in tempi non sospetti al Comune di Salerno. Insomma, il parere si sarebbe addirittura rovesciato, con Palazzo Guerra adeguatosi nei tempi previsti e che non sarebbe dovuto essere interessato dalla sforbiciata.

Resta il giallo di una comunicazione giunta con oltre un mese di ritardo rispetto al protocollo stampato dalla Prefettura. Ma soprattutto il perché di questo ritardo, visto che il prezioso documento era già stato trasmesso al Comune di Salerno in tempi non sospetti, con alcuni consiglieri a richiederlo ufficialmente la scorsa settimana (guarda qui). Un episodio che, ancora una volta, non rasserena di molto il clima a Palazzo Guerra. 

 

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