Gonfalone assente a San Matteo, il sindaco Vincenzo Napoli ci prova a dare la chiusura alla querelle che rischia di riaprirsi a distanza di due mesi. Lo fa intervenendo direttamente in Consiglio, dopo che all’interrogazione di Antonio Cammarota e di Dante Santoro aveva cercato di rispondere – con imbarazzo rilevato dall’esponente de La Nostra Libertà – il presidente di Statuti e Regolamenti, Ermanno Guerra. Nello specifico recitati due atti – del 1980 del Ministero dell’Interno e del 1993 – in cui la scelta di presentare il Gonfalone alle manifestazioni cittadine erano da ascriversi a decisioni del primo cittadino. Una difesa che non è servita, evidentemente, con l’opposizione che si attendeva un intervento diretto del sindaco Napoli che, alla resa dei conti c’è stato.
«Faccio la distinzione fra rito e festa. – afferma Napoli – Il rito contempla una serie ordinata, ragionata di gesti e funzioni mentre la festa contamina, confonde i ruoli perché è coinvolgente e rappresenta un criterio d’identità in cui ci si riconosce. Bene se tutto questo non lo consideriamo va bene quanto afferma il parroco della Cattedrale che non c’è motivo di andare in processione se non si è credenti. Delle due l’una, o è una festa coinvolgente che rispetta le tradizioni consolidate nel corso degli anni o è un rito religioso. E a questo punto non vedo perché la civica amministrazione debba compartecipare».
Una posizione netta, forse ancora un solco fra Curia e Comune, con lo stesso Napoli che ha avuto modo di rimarcare quanto accaduto alla tradizione salernitana. «Fermo restando che resta la mia stima profonda nei confronti del vescovo. – afferma – Resto della mia convinzione che è stata violata la tradizione di festa con una trasformazione avvenuta sulla scorta di un passaggio della Conferenza Episcopale. Ma credo di aver chiuso qui la situazione». In Consiglio c’era andato giù duro Cammarota. «C’è stato imbarazzo da parte della città. – ha affermato –Come quello percepito durante la processione. Verrebbe da dire Vergogna ma non lo dice Cammarota ma una città intera». Un intervento, tra l’altro censurato dal presidente Ferrara che ha invitato il consigliere ad assumere toni più pacati. Come quello di Dante Santoro. «Vi chiedo di non prendere più a schiaffi la tradizione. – ha detto – A questo punto, l’anno prossimo, se non lo portate voi, lo vengo a prendere io il Gonfalone».
Antonio Roma