di Andrea Fantucchio
“La nostra idea premiata da Ibm (colosso mondiale dell'informatica con sedi in tutto il mondo) serviva a contrastare le calamità naturali. Volendola semplificare si tratta di una scatola che al presentarsi del cataclisma in questione, terremoto o incendio che sia, invia un allarme ad un server centrale. Il quale raccoglie i segnali di tutti gli allarmi simili presenti in zona e in pochi minuti offre una panoramica dell'emergenza per aree geografiche. Mentre sta già allertando i soccorsi necessari ad intervenire. C'era anche un'app dedicata che permetteva funzionalità più specifiche”. Ma qui stoppiamo Valentino Graziano e vi diciamo perché Ottopagine l'ha intervistato.
Il 25enne mercoglianese iscritto alla laurea magistrale di ingegneria informatica a Fisciano. Grazie ad un team composto da altri tre ragazzi, Francesco Falanga, Carlo Acierno e Claudio Sardaro, ha vinto il primo premio della competizione nazionale Hackaton di Napoli per Imb Italia.
Un riconoscimento prestigioso destinato nello specifico alle idee che sfruttavano IOT (Internet oh thinlk): l' informatica integrata con gli oggetti del vivere quotidiano.
“Un mondo vastissimo – ci spiega Valentino – e affascinante. Per iot intendiamo un sistema informatico integrato nella vita quotidiana. Per esempio un'intelligenza capace di regolare simultaneamente tutti gli elettrodomestici, dalla temperatura del frigo fino all'intensità delle luci elettriche, grazie ad un oggetto più piccolo di un telecomando. O, come nel caso del nostro concorso, un sistema che aiuti a gestire le calamità naturali”.
All'Hackaton, manifestazione vinta da Valentino e i suoi colleghi, per due giorni aziende nazionali ed internazionali o enti ha lanciato sfide da risolvere ai programmatori e sviluppatori partecipanti.
Oltre all'Ibm, c'era l'Eni che voleva trovare un modo più efficace di gestire il sistema di parcheggi grazie alla propria applicazione.
La Regione Campania impegnata col sovrannumero dei cinghiali. Il Lazio che chiedeva di trovare una soluzione per le file d'attesa interminabili al pronto soccorso.
“Ibm – spiega Valentino – ha lanciato due sfide. Quella delle calamità naturali e un'altra inerente all'agricoltura 4.0. Noi abbiamo optato per il primo contest. Avevamo due giorni per proporre un'idea, compresa anche l'eventuale realizzazione del prototipo. E poi dovevamo esporla in tre minuti dinanzi alla giuria”.
“Mentre c'erano dei gruppi – racconta Valentino- che si erano già portati avanti con del lavoro a casa. Una pratica assolutamente regolare. Noi dalle 11.00 alle 15.00 del primo giorno abbiamo parlato e discusso di diverse ipotesi. Inizialmente - spiega - pensavamo ad un letto che superata la soglia di sicurezza per le vibrazioni in caso di terremoto, lanciasse l'allarme. Lo abbiamo scartato come banale. Poi abbiamo vagliato un'app che facilitasse il passaparola in caso di emergenza. Ma anche quella, considerati i social esistenti e le loro funzionalità, ci appariva come un'idea piuttosto sciocca”.
Quando l'illuminazione definitiva è arrivata e il gruppo di lavoro si è diviso:
“Io e un mio collega ci siamo occupati della realizzazione tecnica del prototipo. Un architetto che faceva parte del team grazie a photoshop ha realizzato degli screen dell'app da abbinare. App che permetteva di intervenire su esigenze specifiche durante la gestione dell'emergenza. Per esempio, se ci fosse stato bisogno urgente di intervenire con un gruppo sanguigno da donare, l'app in questione mandava delle notifiche specifiche”
Dopo il trionfo, i ragazzi hanno dovuto però aspettare ancora per essere premiati.
“Ci hanno premiato – racconta Valentino – durante la conferenza nazionale di Ibm connect a Milano. Dove erano presenti anche grandi partner dell'azienda informatica. La nostra premiazione serviva anche a dare un forte segnale proprio a questi partner dimostrando che in due giorni si può ultimare una progettazione compresa di prototipo. Mentre, spesso proprio i tempi lunghissimi fra la formulazione di un'idea e la sua realizzazione, uccidono tanti progetti validi nella culla. Con un dispendio di risorse notevole”.
Ora Valentino ha sempre più fiducia nel suo futuro che vede legato indissolubilmente alla propria passione per l'informatica.
“Fin da piccolino mi divertivo – racconta - a smanettare col cellulare di mamma. Allora i telefoni chiamavano e basta. Poi bloccavo spesso il computer di papà. C'era ancora il Windows 95 e io mi divertivo ad utilizzarlo. Soprattuto paint. Crescendo ho studiato presso il liceo classico che mi ha chiaramente fatto capire cosa non volessi fare nella vita. E così, all'università, ho virato nuovamente sull'informatica. Grazie al premio vinto ho visto quanti investitori e realtà mondiali siano interessate, anche in Italia, a puntare su idee valide. Per questo, quando guardo al futuro, lo faccio con fiducia”.