di Luciano Trapanese
Il web ha cambiato tutto, anche la camorra naturalmente. Beh, questo era evidente. E del resto, le organizzazioni criminali si adattano storicamente alle novità. Ci arrivano prima e meglio dei governi. E spesso quel vantaggio iniziale non lo mollano più.
Traffico di droga e prostituzione sono i settori sui quali la camorra in rete sta investendo risorse. Ma non solo: truffe, frodi, intercettazioni, raccolta di informazioni riservate, furto d'identità. Non manca nulla. E tutto grazie ad una alleanza già forte sulla strada, ma che è diventata ancora più stretta proprio grazie a internet.
Sapete da dove arrivano gli hacker migliori, quelli che hanno potuto giovare di un addestramento con tecnologie altamente innovative, fornite spesso dagli israeliani, ma anche da aziende italiane? Dal cuore dell'Africa, la Nigeria. E quelle tecnologie sono tutte concentrate sulla raccolta illecita di informazioni, il monitoraggio del traffico internet e l'aggiramento di tutti i tipi di protezione informatica. Lì i governi hanno investito fiumi di denaro in questo settore.
Ufficialmente per contrastare i terroristi di Boko Haram. Ma spesso le attività paragovernative si sono intrecciate con traffici illeciti. In particolare di armi.
E in Italia, i nigeriani – quelli affiliati ai Black Axe di Lagos -, hanno stretto patti di ferro con camorra e mafia. Portando con sé conoscenze informatiche di grande livello. E fornendo di fatto alla camorra il potenziale tecnologico che serviva. La chiave d'accesso ad un nuovo mondo: fatto di byte, cavi e monitor. Un nuovo mondo che serve a gestire meglio quello vecchio, aprendo però le porte a una infinita possibilità di business. Criminale.
Partiamo dalla droga. C'è un mercato in costante evoluzione. Dal 2010 sono entrate sul mercato 550 nuove sostanze. Alcune delle quali letali. Stupefacenti che si possono acquistare sui siti internet. Da casa, tranquillamente. Senza avere contatti con piazze e spacciatori. Molte di queste droghe vengono inserite solo dopo anni nell'elenco delle sostanze vietate. E fino a quando non accade la loro vendita non è neppure illegale.
Citiamo solo le più note: Mdma, Mexedron, Akb 48, 4 Fma, Spice, Bb22 e tante altre. Un mercato ricchissimo. Che coinvolge soprattutto i più giovani. Roba che sfugge spesso alla rete delle forze dell'ordine. E che utilizza altri canali di distribuzione. Non le piazze, ma internet. Appunto. In particolare il deep web (la rete “alternativa”, dove è quasi impossibile intercettare le transazioni), ma non solo. Cocaina, eroina, droghe leggere, sono affari troppo consistenti per essere abbandonati. Ma la nuova camorra ha capito che il nuovo business è lì. E non solo per la vendita.
Per produrre la molecola di queste sostanze non serve molto. Un piccolo laboratorio e i prodotti necessari (reperibili ovunque). Se poi la vendita è on line e la gestione delle rete è affidata ad hacker esperti, il gioco è fatto. E l'affare diventa quasi invisibile.
Anche la tratta delle schiave viaggia sul web. E diventa in questo caso underground. Meno visibile sulle strade. Ma di grande evidenza in quello che ancora viene definito mondo virtuale.
In uno studio di eCrime, è stata accertata la presenza su internet di decine di migliaia di ragazze (africane, dell'Est e anche tante italiane), che cambiano ogni settimana. Numeri imponenti. Schiave costrette a vendersi e a “operare” anche in videochat e sui social network. Costantemente controllate con videocamere. La tecnologia più moderna per gestire la professione più antica del mondo. Papponi del web, via web. Con alle spalle organizzazioni ramificate in mezzo mondo. E pronti alle violenze più feroci (quelle non virtuali).
Tutto questo senza contare le infinite possibilità che si aprono alla malavita organizzata che riesce a entrare in possesso di informazioni sensibili.
Uno scenario nuovo. Ma non inatteso. A sorprendere è solo la provenienza degli hacker. Ma anche in questo caso sono almeno dieci anni che la Nigeria investe fiumi di denaro per controllare il web. E non sempre per traffici leciti. La mafia di Laos ha scelto la Campania come base operativa in Europa. Non sarebbe mai potuto accadere senza il consenso della camorra.