Le ultime nomine nella partecipata EcoAmbiente hanno creato malumori all’interno di una maggioranza di governo cittadino che si regge su delicati equilibri. La sorpresa c’è stata, soprattutto nel leggere la nomina dei due componenti del Consiglio di Amministrazione, con le poltrone che saranno d’affiancamento a quella del presidente Domenico Apicella che saranno occupate da due primi non eletti alle scorse amministrative. Pia Napoli dei Progressisti e Fabio Piccininno dei Moderati per Salerno aprirebbero nuovi scenari.
Per la prima, che sarebbe dovuta subentrare in Consiglio al posto dell’ex assessore Ermanno Guerra qualora fosse giunta una nomina di una fondazione a livello regionale, potrebbe non esservi alcuna surroga a breve termine. Di contro, ci sarà da attendere ben oltre dicembre per l’ex assessore che, fino a qualche mese fa, era in corsa per la presidenza dell’Asis, poi restata all’uscente consigliere regionale Nello Fiore. Insomma, tempi lunghi per la surroga e per gli incarichi, non senza sorrisi a denti stretti cercando di celare evidenti malcontenti da parte dei diretti protagonisti.
Per quanto riguarda il secondo, un vero cappotto a favore dei Moderati del centrosinistra, in pratica la mista Ncd e Udc, che con un totale di 2.558 voti sui primi quattro eletti ha centrato due posti in Consiglio, una vicepresidenza di Commissione, un assessorato e un posto nel CdA di Ecoambiente. E dire che i Moderati, vista la posizione assunta da De Mita, non viaggeranno a braccetto di Piero De Luca sul fronte del Si il prossimo 4 dicembre. Come dire, concessioni generose per quelli che alleati stretti proprio non sono. Ed il pienone dei nuovi alleati nel centrosinistra non sembra piacere molto a quelli con una certa età. Ad esempio in Campania Libera, uno degli schieramenti più “straziati” nelle nomine. In cinque, tanti quanti sono stati i consiglieri eletti, hanno raccolto 7.424 per ricevere una presidenza di Consiglio, che già avevano nella passata consiliatura, ed una di Commissione, ne avevano due nella precedente amministrazione. Il tutto nonostante un risultato delle urne tre volte maggiore rispetto ai Moderati, freschi alleati pronti alla giravolta nel Referendum Costituzionale.
Antonio Roma