Le profonde trasformazioni strutturali in atto da tempo nel mondo hanno reso sempre più stringente la necessità di valutare la sostenibilità dello sviluppo rispetto ad un uso più efficiente delle risorse e al contenimento dell’impatto sul clima terrestre prodotto dalle attività antropiche.
Così sono intervenuti, a margine della due giorni dei Giovani di Confindustria, tenutasi a Capri, Rosario Lopa, Portavoce di Prima l’Italia Napoli e Alfredo Catapano di Azione Nazionale - Napoli Capitale. In tale prospettiva, l’attenzione dei governi dei maggiori paesi industriali si e' andata concentrando su azioni di policy caratterizzate da una visione dei problemi dello sviluppo, coerente con le logiche del cambiamento tecnologico e con la capacità di queste ultime di interpretare i mutamenti più radicali delle dinamiche produttive. La risposta dell’Unione Europea alle nuove sfide in campo appare oggi orientata a cogliere le opportunità derivanti dall’investimento in nuove tecnologie, con l’obiettivo di far fronte ai vincoli della dipendenza energetica e della sostenibilità ambientale, ma anche di assicurare la necessaria competitività per la crescita dei propri sistemi economici.
Queste potrebbero essere alcune delle linee, in cui le prospettive di sviluppo delle tecnologie energetico - ambientali (rinnovabili, cattura e stoccaggio della Co2, biocombustibili e nucleare) sarebbero valutate rispetto a orizzonti temporali differenziati ma anche sulla rispetto alle capacità di risposta dei diversi sistemi industriali. L’industria nazionale e il sistema pubblico e privato della ricerca, sono chiamati in quest’ottica ad un importante impegno, che, alla tante volte affermata ma spesso generica volontà di investire nella ricerca sostituisca investimenti concreti in questo settore, per il quale le indicazioni europee sono chiare e pressanti.
Per l’Italia, che promuovere nuovi insediamenti al Sud e in Campania, le possibili opzioni tecnologiche nel medio e lungo periodo. In Europa sono già evidenti ricadute positive sulla competitività industriale e aumenti significativi dell’occupazione derivanti dallo sviluppo di tecnologie per la produzione di energia da fonti rinnovabili. La convinzione e' che si creino le condizioni per inserirci in questo processo, dando così una risposta sia alla domanda di energia che alla questione della competitività-paese. Questo lo si può almeno immaginare avendo un fronte unito tra le giovani generazioni degli industriali, il modo associativo e il pubblico che naturalmente dovrà confrontarsi con un nuova e buona politica e' un nuova classe dirigente. Su queste considerazioni, hanno concluso Lopa e Catapano, molti giovani industriali, siamo certi, rivedendo gli “ordini” di scuderia, sicuramente potranno verificare l’opportunità di sostenere le ragioni del NO al Referendum Costituzionale del 4 dicembre prossimo.
Redazione Na