Il si a Pontecagnano fra Melinda e Deborah lascia freddo il Popolo della Famiglia e in particolare il coordinatore regionale Raffaele Adinolfi. "Non condanniamo gli orientamenti sessuali né giudichiamo la scelta di persone dello stesso di vivere la loro affettività liberamente e senza discriminazioni. - afferma - Ma nessuna equiparazione tra matrimonio ed unioni civili. Questa equiparazione che il mondo Lgbt vuole per legittimare la genitorialità, ossia il diritto ad avere figli, magari, per le coppie maschili, pagando il fitto di qualche utero per nove mesi schiavizzando qualche donna del Nepal in stato di povertà e bisogno. Dispiace la scelta del primo cittadino di enfatizzare con toni entusiastici ed orgogliosi l'evento (orgoglioso poi di cosa?), dispiace che il primo cittadino non si limiti a registrare la volontà di due persone dello stesso sesso di vivere insieme, ma di fatto legittimi l'idea di celebrazione, di matrimonio e di famiglia, che invece non è. Non è famiglia. non è la famiglia dell'articolo 29 della Costituzione. Auguriamo felicità alle due donne che si uniscono in vincolo civile sperando che non vogliano aggirare il divieto di adozione come spesso capita".
Redazione