Salerno

Una Leopolda nel centro destra si può fare. L’idea, lanciata sul web dal presidente del Club Forza Silvio, Antonio Roscia, sembra fare breccia (guarda qui). Anche Raffaele Adinolfi, esponente regionale del Popolo della Famiglia è pronto a dare il suo contributo all’idea dell’ex collega di partito Roscia. Dopo i cenni d’assenso di Michele Cuozzo, presidente provinciale di Fratelli d’Italia-An, di Mariano Falcone, segretario provinciale di Noi con Salvini e Damiano Cardiello, responsabile provinciale del Club Forza Silvio. E non solo, con l’operazione che sembra essere guardata con ottimismo dalle anime del centrodestra provinciale.

«Con tutti stabiliró un programma operativo coinvolgendo peró anche i tanti amici che mi hanno dato la loro adesione in privato», afferma Roscia sui social lasciando che tutto proceda chiaramente alla luce del sole. L’idea è di partire dall’inizio, senza schemi partitici e con un’idea comune. Si riparte, ma dall’inizio, senza posizioni precostituite. «Un'area prepolitica e solo poi politica. – afferma - Dobbiamo innanzitutto individuare i valori comuni e poi organizzarli in consenso». Successivamente si arriverà all’idea meramente politica di un partito o, quanto meno, di una forte coalizione, quella che manca da tempo a Salerno e provincia.

Se vogliamo è un’idea che ritorna a distanza di qualche anno, quando il fenomeno del rottamatore fiorentino non era ancora così marcato, e con Roscia ancora coordinatore cittadino di Forza Italia. Allora tentò un percorso comune d’unità nelle tante anime del centrodestra salernitano, riuscendo a far sedere allo stesso tavolo Forza Italia, Ncd, Fratelli d’Italia e l’area civica. Successivamente arrivò anche il Nuovo Psi, con l’esperimento che sembrava riuscire ad attecchire sul territorio comunale. Con Roscia si accomodarono al tavolo delle  idee del centrodestra Roberto Celano, Rosario Peduto, Raffaele Adinolfi e, successivamente, Antonio Fasolino. Il percorso era tracciato, dunque, ma non si arrivò alla meta, con il discorso a terminare praticamente a metà. Nessuna condivisione e ognuno per conto proprio con la risultante nelle scorse amministrative di presentare qualcosa come sei candidati sindaci: troppi. Si riparte da zero, dunque, magari cercando un altro nome, perché Leopolda sa troppo di sinistra.