Tra i suoi clienti, come ricostruito dagli inquirenti, solo frange di tifosi violenti del Nord che contattavano il sito del 30enne irpino, per commissionargli il materiale esplosivo. Tra quel 30enne e la tifoseria del Calcio Avellino non c'è alcun legame. A casa di Emauele A. ad Ospedaletto d'Alpinolo è stato trovato un vero e proprio arsenale. Gli accertamenti effettuati dagli agenti della Digos della questura di Avellino, coordinati dal vicequestore Francesco Cutolo, hanno escluso che il 30enne denunciato a piede libero, abbia avuto rapporti con le tifoserie locali. Le indagini sono partite da un'inchiesta coordinata dalla Procura di Torino avviata l'indomani del derby TorinoJuve, dell'aprile 2015, durante il quale venne fatta esplodere una bomba carta che provocò il ferimento di 11 tifosi granata. Le immediate indagini portarono all'individuazione di Giorgio Saurgnani, 27enne bergamasco, finito in carcere per quest'episodio avvenuto nella stagione 2014-2015. Insomma la vendita on line delle bombe carte e il market era a casa del 30enne. La scorsa settimana il blitz e la perquisizione in via Pastena, diversi scatoloni carichi di bombe carta, dall'elevato potenziale distruttivo, nonché numerosissimi artifici pirici ad affetto illuminante e altri petardi, per un totale di 15 chilogrammi. Inoltre gli agenti hanno provveduto a porre sotto sequestro quali oggetti pertinenti all'ipotesi delittuosa contestata al 30enne, cinque carte postepay, un computer, due telefonini e due quaderni con appunti e cifre.