“E’ ormai noto a tutti lo stato attuale che persiste nella Spina Verde, una area immensa, riqualificata con il programma PIU Europa, ma ancora oggi non resa “disponibile” per il reale impatto che essa rappresenta”. Il consigliere comunale del Gruppo Del Vecchio Sindaco, Angelo Feleppa, scrive una riflessione sullo stato di degrado in cui versa la Spina verde, peraltro finita più e più volte nel mirino dei vandali nelel ultime settimane.
“Ebbene si, un area vasta che unisce i due più grandi quartieri della città e che, un suo concreto utilizzo e godimento, renderebbe oggettivamente viva la realtà del Rione Libertà. Il punto oggi è: Rendiamo operativa la struttura logistica compresa nell’area? Affidiamo ad un uso coordinato e civile gli spazi e le infrastrutture? Poniamo sul tavolo del confronto politico un ampio progetto di convergenza che unisca da una parte le buone intenzioni e dall’altra custodisca le realtà locali ( associazioni e comitati di quartieri e perché no anche volontari) che ben conoscono e vivono quotidianamente nell’ambito cittadino in cui il progetto ha ritenuto, sin dalle sue origini, di riqualificare un zona che oggi non deve solo rappresentare un bacino di utenza, ma un area sociale, culturale e logistica in possesso delle giuste potenzialità e rispondere alle responsabilità civili di custode? Ed allora, corre l’obbligo sollecitare un ampio tavolo di confronto (che mi farò carico personalmente) affinché si avvii una discussione nelle commissioni servizi sociali, cultura e lavori pubblici a cui, credo, dovranno partecipare anche i rappresentanti locali con i quali la politica, tutta la politica, deve affrontare la questione di affidamento e di gestione. Non basta solo ricorrere, tardivamente, all’attivazione di impianti di video sorveglianza o quant’altro, che pure risultano utili, ma non affrontano il problema sociale. Il compito della classe dirigente è di avviare un sano e pacato confronto, sulle idee, sui progetti, sulle finalità trasversali. Occorre un atto di responsabilità nei confronti di quei cittadini, di coloro che ci vivono e che, inevitabilmente, sono i custodi principali, a cui nessun altro potrà affidare mansione diversa se non quella di sostenerla e che (celermente) l’amministrazione dovrà liberare dai vincoli burocratici in corso di completamento. Non sarà sufficiente una manifestazione temporanea, il progetto di riqualificazione prevede ben altro. Se è vero che anche l’occhio vuole la sua parte, si avvii una gestione capillare degli impianti, delle fontane e dei sui elementi, della manutenzione, del verde pubblico e della pulizia ammonendo anche i presunti colpevoli se necessario. Credo che le condizioni ci siano tutte per determinare una equilibrata soluzione politica. Il bene pubblico è un diritto di tutti. Tutto questo, - conclude Feleppa - (penso e sono convinto), è un contributo che la gente dei quartieri può dare anche a supporto dell’università e del conservatorio, per fare qualche valido esempio di cui tutti oggi sono gelosi custodi”.