Si è concluso con il tutto esaurito l'ultimo appuntamento dell'Ethnos Festival, nel suggestivo Cimitero delle Fontanelle di Napoli. Numeri importanti per la kermesse interculturale, di cui San Giorgio a Cremano è comune capofila. La 21esima edizione si è sviluppata in 21 giorni di eventi, in cui sono stati realizzati in otto comuni della provincia di Napoli: 11 concerti in 9 location storiche diverse con artisti provenienti da 10 nazionalità diverse, 5 esclusive nazionali, 16 visite ed itinerari turistici, un premio alla carriera consegnato al grande Peppe Barra, una tavola rotonda con il professore dell'Università Federico II Paolo Apolito, e poi presentazioni di libri e stage di danza etnica e popolare.
Questa edizione ha portato a casa anche una creazione originale, nata dal direttore artistico di Ethnos, Gigi Di Luca, per Il format “Il Canto del Vulcano". Numeri confermati anche rispetto alle presenze dello scorso anno, nonostante in questa edizione i concerti fossero tutti a pagamento. «Ethnos si è confermato un evento di alto spessore qualitativo nel panorama artistico-culturale di Napoli e della provincia - afferma il sindaco Giorgio Zinno - ed anzi possiamo affermare che la sua proposta artistica si è estesa ormai a tutto il Sud Italia, ambendo ad allargare sempre più i suoi confini. La presenza di pubblico proveniente anche da altre regioni infatti, in questi 21 giorni di spettacoli itineranti in vari territori, ci ha dato la conferma che la formula della musica unita agli itinerari culturali e sapientemente mescolata ad altre forme d'arte tra cui la danza, è vincente e rappresenta un concreto attrattore per il nostro turismo. Visto il successo della 21esima edizione e il boom di presenze nell'arena di villa Vannucchi a San Giorgio a Cremano, per la consegna del premio Ethnos Festival a Peppe Barra, si sta pensando già al riconoscimento da attribuire il prossimo anno ad un artista di calibro internazionale. L'edizione 2017 potrebbe rivelare infatti grandi novità».
«Ancora una volta Ethnos si è rivelato un evento molto atteso dal pubblico che lo ha seguito come una carovana di città in città - spiega Gigi Di Luca. Si conferma cosi l’alto profilo di festival culturale, occasione di crescita, di conoscenza e di volano per lo sviluppo dell’intero territorio vesuviano. L’auspicio per il futuro è che Ethnos possa avere sempre maggiore riconoscibilità dalle istituzioni per poter programmare le attività in modo stabile, anche durante l'anno, con l’impegno di farlo diventare ancora di più un festival multidisciplinare, un focus sulle culture dei popoli e un percorso formativo per i bambini e i ragazzi nella conoscenza dell’altro».