Prata di Principato Ultra

 

di Siep

 

Più migranti che cittadini. Esplode la rabbia dei residenti nel comune di Prata Principato Ultra. Il caso ora è a Taverna Nuova dove i nuovi arrivi hanno scatenato l’ira dei cittadini. Arrivi improvvisi a cui è impossibile dare risposta. «Non possiamo essere sempre noi. Non è possibile che solo alcuni sindaci collaborino- Ognuno deve fare la sua parte. Siamo esasperati e i cittadini sono allo stremo».

Oltre 180 i profughi in paese e in contrada come quella di Taverna Nuova il rapporto arriva addirittura a 1 cittadino a fronte di due profughi. In Irpinia, al momento, ci sono circa 2800 migranti: divisi per i 118 Comuni ci sarebbero maggiori possibilità di ospitalità ed integrazione rispetto alla situazione attuale. Uno dei borghi in cui è montata la protesta degli abitanti è stato Prata Principato Ultra. Stamane il sindaco Gaetano Tenneriello ha avuto un incontro con il Prefetto per provare ad arginare e gestire l’emergenza.

“Ogni cosa ha un suo limite – ha detto Tenneriello –. Noi abbiamo ogni limite sopportabile. Il Prefetto ha riconosciuto la quantità eccessiva di migranti sul nostro territorio e provvederà alla revoca delle ordinanze. Al momento ci sono 180 profughi con un rapporto 70/1000. Noi autorità locali siamo all’oscuro di tutto. Le persone hanno paura. C’è chi teme per i più piccoli. Non ci sentiamo sereni nell’assistere alla gestione dei nuovi arrivi.

«A vederli assiepati in quello stabile siamo preoccupati. Vogliamo avere serenità capire come vengono gestiti e in che condizioni vivono».

Dal canto loro i cittadini invocano una migliore gestione, una sistemazione dignitosa e spalmata su più comuni. 

Il centro è esattamente a 300 metri dal centro sociale dove i nuovi profughi sono stati accolti e gestiti dalla coop. «Siamo persone perbene e speriamo che i cittadini non abbiano paura di noi - spiega il loro portavoce -. Siamo noi stessi spaventati nel trovarci in una terra straniera, in un posto nuovo tra gente che non conosciamo. Italiani e africani sono amici, speriamo che chi qui ci vive ci accetti».