Nola

Una morte che si sarebbe potuta evitare. A Nola la pensano tutti così. Non si parla d'altro. Sarà la Procura a fare chiarezza, a stabilire come sia potuto accadere. Perché qualcuno una risposta dovrà pur darla. Perchè non è umanamente possibile nè accettabile che nel 2016 un uomo di 40 anni, Marcello Morisco, entri sulle proprie gambe in ospedale accusando un malanno, per poi uscirne in una bara poco più di 24 ore dopo. Senza dimenticare che in questo lasso di tempo il malcapitato, prima è stato costretto a tornarsene a casa perché quell'affanno, quel respiro difficoltoso, quel dolore al petto, non erano "preoccupanti". Solo i sintomi di una banale "bronchite". E poi, sempre sulle proprie gambe, quasi esanime per le sofferenze patite, in quel pronto soccorso c'è ritornato, qualche ora dopo, di pomeriggio, chiedendo ai medici di turno la "cortesia" di essere visitato nuovamente.

Ci piace immaginare che Marcello avesse capito che il suo cuore stava cedendo, che volesse essere aiutato. Probabilmente, avrebbe voluto che qualcuno si assumesse la responsabilità di salvargli la vita. Subito. Non all'una del giorno successivo. Non dopo aver trascorso una notte sulla barella in corsia. A 40 anni non si pensa alla morte. Non si può pensare alla morte. A 40 anni c'è ancora tanto da dire, da dare e da fare, soprattutto quando si ha una giovane moglie e una figlia infante.

Le sue donne, Marcello non le vedrà più. A loro, purtroppo, andrà peggio. Vedranno per l'ultima volta quel marito e padre esemplare, domattina. All'interno di una bara, però. L'ultimo ricordo: migliaia di persone che affolleranno il Duomo. Forse anche la piazza antistante perché in chiesa non ci sarà spazio per tutti. E poi i fiori, le lacrime, l'applauso della folla all'uscita del feretro. Sarà questo l'ultimo ricordo. Struggente, commovente. Attimi che faranno accapponare la pelle. E poi? E poi nulla più. Resterà solo l'amarezza e la solitudine che scandiranno i giorni, i mesi e gli anni a venire.

Ecco perché ci piace quello striscione che gli Ultras del Nola Calcio, squadra per la quale Marcello letteralmente impazziva, hanno posizionato in Piazza d'Armi. «Giustizia per Marcello», questo è scritto in rosso e nero su un lenzuolo bianco. Giustizia per Marcello, ma non solo per Marcello. Giustizia per tutti quei cittadini che pagano con la vita le scelte dei governi che tagliano i posti letto negli ospedali. Che pagano con la vita l'inerzia, l'incapacità e l'approssimazione di chi, in un pronto soccorso, ha il dovere di capire subito la gravità del paziente che ha di fronte. 

 

Rocco Fatibene