Lo scorso ottobre il presidio dinanzi alla Prefettura, oggi l'attenzione del Parlamento. Perchè una interrogazione non si nega a nessuno. Specie se in ballo ci sono questioni serie come il rispetto dei diritti dei consiglieri di minoranza. Da Limatola, Bonea, Montesarchio a Roma. La protesta di Pietro Di Lorenzo, Clemente Cecere Palazzo e Giuseppe Cecere oltrepassa i confini della provincia beneventana e mette piede nella casa della democrazia italiana. Merito di Franco Bruno, deputato di Cosenza del gruppo misto, un passato tra Dc, Margherita, Pd e infine Centro Democratico. E' lui a fare da megafono per le rimostranze dei nostri oppositori. Prima del rompete le righe per la pausa natalizia, Bruno ha preso carta e penna e scritto al presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi e al ministro dell'Interno Angelino Alfano. Una interrogazione a risposta a scritta che da sostanza alle contestazioni mosse nelle scorse settimane da Di Lorenzo, Palazzo e Cecere: «Non esistono consiglieri comunali di serie A e di serie B». Eh già: l'atto ispettivo del deputato calabrese prende spunto proprio dalla «sistematica violazione dei diritti che la legge riconosce ai consiglieri comunali in merito all'acquisizione di documenti e notizie necessari all'espletamento del mandato» denunciata da Pietro Di Lorenzo, oppositore a Limatola di Mario Marotta. Ma, da quanto si apprende, scrive Bruno, «numerosi altri consiglieri di minoranza di comuni in provincia di Benevento, si trovano nelle stesse condizioni con evidenti difficoltà a poter esercitare, con pienezza, il loro mandato elettorale». Da qui la necessità, da parte loro, «di ricorrere al prefetto o, in alcuni casi, alla giustizia ordinaria». Eppure, ricorda l'interrogante, l'articolo 43, comma 2, del decreto legislativo n. 267 del 2000 recita testualmente: «I consiglieri comunali e provinciali hanno diritto di ottenere dagli uffici, rispettivamente del comune e della provincia, nonché dalle loro aziende ed enti dipendenti, tutte le notizie e le informazioni in loro possesso, utili all'espletamento del proprio mandato...». Persino fisiologico, dunque, constatare che «il ripetersi di situazioni ostruzionistiche e di comportamenti omissivi del genere, oltre a non fare bene sicuramente alla democrazia in genere, potrebbe far considerare la possibilità dell'adozione dei provvedimenti di cui all'articolo 141 del decreto legislativo n. 267 del 2000 ovvero lo scioglimento del consiglio comunale». A Matteo Renzi e Angelino Alfano, quindi, Bruno chiede di «assumere iniziative normative per rafforzare la tutela delle minoranze consiliari ed, in generale, rendere più incisivo il ruolo di controllo dei consiglieri comunali in modo da assicurare un adeguato bilanciamento tra esigenze di governabilità ed esigenze di tutela delle prerogative del consiglio comunale».-
"Non esistono consiglieri di serie B"
Dopo la denuncia in prefettura, le discriminazioni sulle opposizioni sannite all’attenzione del parlamento
Redazione Ottopagine