Mugnano di Napoli

 

di Siep

Sono addolorati i legali di Facebook per la tragedia di Tiziana, la 31enne morta di vergogna, morta suicida per quei video privati finiti sul web. «Continueremo a lavorare con legali, associazione ed esperti queste tragedie non si ripetano», spiegano gli avvocati. Intanto la madre di Tiziana, Teresa, lancia un appello e chiama il Garante della Privacy perchè vengano cancellati quei video, ancora oggi rintracciabili facilmente in rete. Udienza veloce quella di ieri al tribunale di Napoli nord dove si è discusso sull’impugnazione dell’ordinanza del giudice Marrazzo. Entro una decina di giorni è attesa la decisione del tribunale civile di Aversa sul reclamo presentato dai legali di Facebook contro la decisione, appunto, che condannava la società al pagamento delle spese legali, pari ad oltre 3.500 euro, a favore di Tiziana. Lo stesso giudice ordinava di rimuovere quei video al colosso del social.

Ma Facebook risponde tramite i suoi legali e spiega di impegnarsi a pagare tutte le spese legali a loro carico, eccependo alcuni punti dell’ordinanza perchè, a detta del colosso sbagliati. Tiziana era stata condannata a rimborsare le spese legali a cinque siti - Citynews, Youtube, Yahoo, Google e Appideas - per circa 20mila euro. Per i legali del social network l’ordinanza conteneva errori di fatto e di diritto. Sullo sfondo il secondo scandalo, quello della 19enne di Pozzuoli.

Ieri il nuovo interrogatorio del ragazzo protagonista del filmato. Ha ribadito di aver effettuato un video porno con la propria ragazza («maggiorenne e consenziente», ripete al pm), chiarendo però la propria estraneità alla diffusione e alla pubblicazione on line. Regista e attore ma anche lui potenziale parte offesa dell'ultimo possibile scandalo telematico il 22enne studente universitario.

 

Il ragazzo ha infatti consegnato spontaneamente il proprio cellulare, a dimostrare la buona fede della propria testimonianza: «Controllate e verificate. Se avessi trasmesso il documento, sarebbe rimasta comunque una traccia».