Sant'Agata de Goti

Le prospettive sono delle peggiori. Ancora una volta Sant’Agata de’ Goti rischia di perdere un presidio territoriale, ed ancora una volta il taglio ai servizi al cittadino rischia di interessare gli uffici postali.

La riorganizzazione di Poste Italiane infatti passa per la soppressione di centinaia di uffici sparsi in tutta la penisola: in particolare in Campania le sedi da chiudere sarebbero 21 e tra queste figura anche quella di Bagnoli a Sant’Agata de’ Goti.

La conferma alle voci che avevano paventato fin da inizio anno il rischio della chiusura dell’ufficio periferico di Bagnoli è arrivata con una nota indirizzata a Palazzo San Francesco con la quale l’azienda comunicava – il provvedimento risalirebbe al 4 febbraio - la decisione di chiudere “l’ufficio postale della Frazione Bagnoli e la parziale apertura dell’ufficio postale della Frazione Faggiano in determinati giorni del mese così come specificato nel provvedimento medesimo”.

Ma l’amministrazione Valentino non ci sta a permettere la chiusura dell’ufficio di Bagnoli dopo quella di Faggiano e così contrattacca e rilancia chiedendo l’apertura a tempo pieno di entrambi gli sportelli.

Lo fa con una nota indirizzata nei giorni scorsi alle direzioni Centrale, Regionale e Provinciale di Poste Italiane (e per conoscenza anche all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, al Prefetto di Benevento, al Ministero per lo Sviluppo Economico e al Presidente della Giunta Regionale della Campania) e resa nota nella giornata di oggi.

Una richiesta che il Comune di Sant’Agata legittima facendo riferimento ad una recente sentenza del Consiglio di Stato dello scorso 11 marzo.

“Mi preme sottolineare – scrive Carmine Valentino nella nota indirizzata alla direzione centrale di Poste Italiane - che i principi dettati nella sentenza possono essere così sintetizzati: non è consentito chiudere gli uffici postali nei piccoli centri se non vengono rispettate le distanze in rapporto alla popolazione e se la scelta non viene adeguatamente motivata in relazione ai disagi che arreca”.

Il Consiglio di Stato con la sentenza citata dalla missiva di Palazzo San Francesco avrebbe stabilito che, spiega Valentino, “Poste Italiane non può fare spending review sulle spalle dei piccoli Comuni, determinando disservizi e disagi soprattutto alla popolazione anziana e a quella priva di strumenti tecnologici, perché le chiusure devono tenere conto della dislocazione degli uffici postali, con particolare riguardo alle aree rurali e montane, ma anche delle conseguenze che la relativa presenza produce sull’utilità sociale”.

Il caso, appunto, degli uffici periferici santagatesi, oggi nuovamento oggetto dei tagli di Poste Italiane.

Valentino chiede all’azienda di riesaminare il provvedimento di riorganizzazione degli uffici postali santagatesi pretendento “l’apertura di entrambi gli uffici postali a tempo pieno o in subordine un’apertura parziale ma certamente più elevata nei giorni rispetto a quella prevista nell’attuale provvedimento”.

“Si resta in attesa - si conclude la nota dell’amministrazione comunale santagatese - di rapido riscontro preannunciando che, in caso di vostra inerzia, sarà mio dovere civico ed istituzionale intraprendere ogni utile azione, non esclusa quella Giudiziaria, a tutela dei legittimi diritti ed interessi dei miei concittadini”.    

 

di Vincenzo De Rosa