Benevento

Durissima l'opposizione su quanto accaduto a Palazzo Mosti: «Il gruppo di maggioranza al Comune di Benevento ha perso ancora una volta una buona occasione per fare qualcosa di concreto a vantaggio della comunità. Dopo aver votato favorevolmente l’emendamento proposto dai consiglieri di opposizione che prevedeva il pagamento della Tari 2016 in dodici rate a partire dal 1° gennaio prossimo, la maggioranza si è liquefatta sulla proposta successiva della minoranza (formulata in piena coerenza con l’antecedente), quella che avrebbe sancito la rateizzazione in 8 mensilità per la Tari 2015 a partire dal 15 maggio con i primi 7 bollettini in acconto per l’80%, e l’ultimo a conguaglio entro il 30 dicembre. Purtroppo bisogna prendere atto che neppure il momento di seria precarietà economica in cui versano molte famiglie beneventane ha smosso le coscienze dei componenti dell’Amministrazione attiva, che hanno rifilato l’ennesimo schiaffo alla cittadinanza. Le principali responsabilità della disfatta che ha generato il mancato risultato, sono da ascrivere al capogruppo del Pd Giovanni Zarro, che, dopo aver accusato l'opposizione, senza addurre alcuna motivazione a supporto, di non avere una linea comune rispetto a quella della maggioranza, è andato in tilt ed ha totalmente smarrito il senso della realtà al punto da chiedere una nuova sospensione dei lavori (ce n’era già stata una qualche istante prima in cui avrebbe avuto tutto il tempo per approfondire una questione che più chiara non poteva essere) per capirci di più su un emendamento impostato allo stesso modo di quello approvato poco prima all’unanimità. Un emendamento lineare e sulla falsariga del precedente, che aveva ricevuto finanche il via libera della struttura tecnica (calibrato e parametrato in collaborazione con dirigente ed assessore), non lasciava spazio alle interpretazioni e aveva il solo scopo di alleggerire il peso della Tari sulle tasche dei cittadini attraverso una forma di dilazione da prevedersi anche per l’anno corrente. Non si riesce davvero a comprendere l’infelice uscita di Zarro (per la verità non ci sono riusciti neppure diversi consiglieri di maggioranza) che non ha mostrato un briciolo di sensibilità: l’unica spiegazione plausibile è che egli non volesse riconoscere all’opposizione il merito e la paternità di un provvedimento che avrebbe dovuto predisporre la maggioranza, se questa avesse avuto veramente a cuore le sorti della città. Una maggioranza che invece si ritrova ormai in frantumi, visto che siamo alla terza seduta consecutiva di Consiglio in cui i lavori dell’assise hanno avuto inizio grazie al senso di responsabilità dell’opposizione che ha garantito il numero legale. Anche stavolta però, come nelle occasioni precedenti, i grandi soloni di Palazzo Mosti non ne hanno saputo approfittare dimostrando di avere una visione miope della politica e di rispondere solo a logiche personalistiche».