Uno sviluppo per tre. O meglio: tre province una sola strategia. Un'alleanza necessaria per superare le sfide globali e inserirsi con la forza sufficiente in un mondo che è cambiato e che non può essere affrontato con le vecchie, logore e anacronistiche logiche dei confini territoriali.
Le tre province in questione sono Avellino, Benevento e Salerno. Hanno tratti in comune e differenze evidenti. Insieme possono crescere, costruire, aprire le porte al futuro e alle nuove generazioni.
Ne parleremo diffusamente giovedì prossimo a Benevento (hotel President, alle 17). E' il terzo appuntamento organizzato dal nostro gruppo editoriale (Ottopagine, Otto Channel 696, OttoMedia e Fondazione Lumina). Gli altri due si sono svolti a Salerno e Avellino. Stesso tema, conclusioni interessanti. Ma giovedì l'intento è quello di andare oltre e gettare le basi di quella che non deve rimanere un'idea, ma può rappresentare una traccia per superare il presente.
Sono previsti – nell'ordine - gli interventi di Luciano Trapanese (direttore responsabile Ottopagine.it), Lucia Vigorito (presidente della Fondazione Lumina), Oreste Vigorito (editore di Ottopagine e Otto Channel Tv), Filippo De Rossi (rettore di Unisannio), Antonio Campese (presidente della Camera di commercio di Benevento), Pasquale Viespoli (presidente di Mezzogiorno nazionale), Fausto Pepe (consigliere comunale di Benevento), Biagio Mataluni (presidente Unione industriali di Benevento), Nunzia De Girolamo (deputata di Forza Italia) e Clemente Mastella (sindaco di Benevento). Il convegno sarà moderato da Pierluigi Melillo (direttore di Otto Channel Tv).
Nel primo incontro, quello di Salerno, sono state gettate le basi dell'idea. Per la prima volta si è parlato di smartland o metropoli diffusa. E ampliato il discorso dalla provincia salernitana all'Irpinia e al Sannio. Ad Avellino il discorso è stato approfondito e ritenuto condivisibile e valido. A Benevento l'obiettivo è quello di andare oltre e definire gli ambiti e le possibilità concrete di un progetto strategico comune. Ci sarà infine un quarto incontro a Napoli, alla presenza di tutti gli attori istituzionali, per tentare di definire il progetto e tratteggiare una road map che porti alla sua definitiva realizzazione.
Detta così sembra pura utopia. Ma non si può rinunciare a una visione, anche complessa, solo perché un passato fatto di localismi sconfitti dalla storia induce al pessimismo.
Ed è una visione che, proprio in questi tempi difficili, caratterizzati da amministrazioni comunali con le casse perennemente vuote, difficilmente può essere ignorata.
Vogliamo portare qualche esempio concreto (tra i tanti possibili). A Salerno, come tradizione, sta per partire la stagione di “Luci d'Artista”. Tre mesi durante i quali si registra il boom di presenze in città. Arrivi così consistenti che lo scorso anno anche diversi bad and breakfast di Avellino hanno ospitato turisti che non avevano trovato posto nel capoluogo salernitano.
Ora, la più semplice delle strategie comuni potrebbe sollecitare l'organizzazione di eventi a supporto anche a Benevento e Avellino. Eventi che – pubblicizzati nella stessa Salerno – potrebbero spingere i turisti a raggiungere, almeno per un giorno, anche i capoluoghi di Irpinia e del Sannio. Quali? Semplice.
Ad Avellino si potrebbe allestire un mercatino di prodotti tipici. Ma un mercatino vero, non quelle sparute capanne in mezzo al corso, così tanto per fare. In un progetto d'insieme, quei prodotti tipici dovrebbero rappresentare non solo l'Irpinia, ma anche Salerno e Benevento. E tra vini, mozzarelle, fior di latte, provoloni, formaggi, tartufi, funghi, castagne, alici di Cetara e tanto ancora, rappresentare un richiamo di sicuro interesse. Non solo a livello regionale.
E a Benevento – ma ripetiamo, è solo un esempio -, il mercatino potrebbe essere dedicato all'artigianato delle tre province. Citiamo, per dare un'idea delle possibili dimensioni di un progetto simile, le ceramiche di Vietri sul Mare, Cerreto Sannita, San Lorenzello, Calitri, Ariano. Ma i prodotti possono essere tanti e legare – come già è stato tentato in Irpinia – le produzioni artigiane al design più moderno.
E quali vantaggi avrebbe Salerno? I due vicini mercatini darebbero una ragione in più ai turisti che vogliono tornare. Logico.
Abbiamo citato “Luci d'Artista” e il possibile indotto solo perché è l'evento più vicino. Ma si può anche immaginare di proporre ai tanti turisti che approdano sulle navi da crociera nel porto di Salerno, un tour religioso (Pietrelcina, Montevergine, San Gerardo, Abbazia del Goleto), o tra i castelli (tra Irpinia, Sannio e Cilento ce ne sono più che in Scozia), un tour tra le più antiche aziende vinicole, e così via...
Questo l'aspetto turistico.
Un'altra possibilità, le produzioni agricole. Ogni territorio ha le sue coltivazioni tipiche. Tutte da promuovere adeguatamente e valorizzare. Ma facendolo insieme è più semplice e si è più competitivi. I carciofi di Paestum, la cipolla ramata di Montoro, l'olio della Valle Telesina, il Ravece della Baronia, l'aglio di Mirabella, le castagne di Montella... Rafforzare quelle produzioni (piuttosto che coltivare tutto tutti), e realizzare un portale unico (in più lingue), dove venderle nel mondo (una vera operazione glocal). Curato da giovani, in collaborazione con le università per la strutturazione tecnica e il marketing.
Naturalmente tutto si estende anche alle piccole e medie imprese. L'importante sarà creare sempre e comunque delle sinergie che diano forza e vantaggi a tutti. Mettere a disposizione di ragazzi che possono muoversi con le risorse di un territorio più esteso, tutto il necessario per realizzare e sviluppare delle start up di successo.
A questo proposito ci piace citare l'iniziativa del microcredito, appena lanciata a Benevento dalla Caritas, dall'Ente nazionale per il microcredito e dalla Bcc di San Marco dei Cavoti. Un ignoto benefattore ha regalato 400mila euro. Con quei soldi si avvieranno 74 nuove attività imprenditoriali. In fondo sono piccole cifre. Ma bisogna rimettere in circolo la voglia di fare, produrre e scommettere sulle proprie capacità. Farlo insieme è sicuramente più semplice.
Noi ci crediamo.