Benevento

Il presidente della Provincia Claudio Ricci dice basta “Non ne posso più . Sono stanco di ascoltare e leggere critiche mosse all'indirizzo di questo Ente che oltretutto nell'ultimo anno ha perso 100 dipendenti e quasi 16 milioni di euro, e nonostante questo qui si continua a lavorare con la massima trasparenza”.

Solitamente restio a rilasciare dichiarazioni o a prestarsi a interviste, il numero uno della Rocca, Ricci, oggi ha detto basta al fango gettato gratuitamente sull'Ente e in una conferenza stampa fiume e a tratti ricca di brio, durante la quale ha spiegato le sue ragioni – o meglio quelle della Provincia – in merito alla querelle Alfredo Cataudo, presidente dell'Asea prima revocato dal segretario dell'Ente e responsabile dell'anticorruzione, Nardone, poi reintegrato da una sentenza del Tar. Ed ancora, al centro dell'incontro anche la querelle nata al settore avvocatura e all’addio del dirigente provinciale Vincenzo Catalano.

In merito al primo punto, dopo aver snocciolato leggi e documenti ufficiali dell'Ente, Ricci ha più e più volte difeso l'operato del segretario Nardone in merito alla decisione della revoca di Cataudo ed ha spiegato: “Nel 2014 l'Asea era una società semplice in quota alla Provincia, in pratica le assunzioni potevano avvenire in maniera diretta. Dopo, invece, per volere dell'allora presidente Aniello Cimitile, lo statuto era stato cambiato. L'Asea diventava quindi una società speciale pubblica. Ovvero, per assumere bisognava bandire un concorso pubblico. Cimitile invece aveva nominato nuovamente Cataudo presidente”. A quel punto, però, tra i due mandati - ha rimarcato Ricci - è entrata in vigore la legge Severino, che a quel punto rappresentava un impedimento giuridico”. Ricci quindi non ci sta e risponde a muso duro alle polemiche delle ultime ore. Lo fa anche attaccando duramente alcuni sindacalisti, uno in particolare di cui, però, non fa il nome. Ora sulla vicenda Asea probabilmente la Provincia presenterà ricorso alla sospensiva emessa dal Tar o anche, come ha lasciato intendere il numero uno della Rocca cercherà soluzioni alternative.

Dall'Asea al settore legale della Rocca ma il tono di voce fermo e deciso di Ricci non cambia. “Il dirigente del Settore, l'avvocato Vincenzo Catalano non è stato epurato come qualcuno ha osato definire. L'avvocato Catalano di sua spontanea volontà circa un anno fa ha deciso per la mobilità volontaria e da dipendente della Provincia ha scelto di essere trasferito al Comune”. Quindi secondo Ricci e anche guardando atti e documenti, Catalano “nessuno lo ha cacciato...”. Ed ancora, secondo il presidente della rocca, a causa di numerosi contenziosi che vede da una parte la Provincia, dall'altra il Comune, non è possibile che l'avvocato Catalano possa essere lo stesso legale per i due Enti prevista dalal convenzione tra la Rocca e Palazzo Mosti in merito all’ufficio di Avvocatura Pubblica”.

Insomma, Ricci rispedisce ai tanti mittenti le critiche e, prima di congedarsi mette in guardia tutti: “come diceva Andreotti, se è vero che bisogna porgere l’altra guancia, è pur vero che ne abbiamo solo due. Ed io da oggi ho esaurito le guance e per questo da oggi basta infangare la già martoriata Province. Risponderò punto su punto a chiunque parli contro di noi. Non ho paura e tutti lo sanno”.

Al.Fa