Salerno

Botta e risposta fra il sindaco di Eboli, Cariello, e il gruppo pentastellato del Rousseau. L’arte del contendere la delocalizzazione delle Fonderie Pisano, con i 5 Stelle salernitani che avevano individuato un’aria per l’eventuale spostamento a San Nicola Varco, dove un tempo sarebbe dovuto nascere il polo agroalimentare. Tra l’altro l’area di proprietà regionale, al momento è una sorta di discarica a cielo aperto. Un’eventualità che non era piaciuta al sindaco di Eboli Massimo Cariello che aveva subito risposto piccato.

Ed il confronto dialettico continua sul fronte mediatico. «Siamo ben a conoscenza della vocazione agricola della piana del Sele e delle sue enormi potenzialità. – scrivono i grillini salernitani - L’ipotesi del gruppo determinerebbe la concentrazione degli investimenti da parte della proprietà per l’utilizzo di tecnologie cd pulite proprio per evitare danni sia all’ambiente sia ai cittadini. E’ evidente poi che il nostro gruppo non ha valenza istituzionale e, quindi, non riteniamo di aver commesso alcuna scorrettezza». Ancora una volta, il gruppo Rousseau difende la scelta, che ha poi trasmesso per conoscenza al governatore De Luca, con la Regione che resta la proprietaria dell’area.

«In punto di fatto, abbiamo trasmesso la nostra ipotesi di delocalizzazione al Presidente della Giunta regionale della Campania, già sindaco, per un lungo lasso di tempo, di Salerno, il quale nelle sue competenze istituzionali, in entrambe le funzioni, non ha risolto il problema fonderie a Salerno. – continua gli attivisti del Rousseau - La trasmissione della detta lettera al Presidente della Giunta regionale è stata motivata dall’acclarata circostanza che il sito di San Nicola Varco è di proprietà della Regione. Un’ipotesi del genere quindi presupponeva, innanzitutto, il parere favorevole della Regione». Il Rousseau difende la scelta come Cariello difende l’area da quello che potrebbe essere un’ipotesi inquinante. Un’eventualità che fa tremare la comunità di Eboli. «Per quanto concerne le affermazioni che non conosceremmo il territorio, possiamo affermare che alcuni dei nostri attivisti hanno addirittura effettuato dei sopralluoghi sul sito. Ammettiamo di non essere a conoscenza di tavoli tecnici comunali e a tal riguardo ci documenteremo. Sta di fatto che il detto sito, la cui storia a noi è ben conosciuta, risulta da decenni nel degrado».

 

Redazione