«Desidero innanzitutto ringraziare la società che mi ha dato l'opportunità di giocare in Serie B con questa maglia. Darò tutto per questi colori e per la città. Voglio dare il massimo».
Layousse Diallo inizia così, con un attestato di gratitudine verso l'Avellino, la conferenza stampa di cui è protagonista dopo un avvio di campionato da protagonista. Una partenza bruciante, in cui, a suon di prestazioni convincenti, è diventato titolare inamovibile della retroguardia biancoverde. Il senegalese, classe 1997, arrivato in prova nel ritiro di Sturno, ci ha messo nulla a convincere tutti del suo potenziale: contratto triennale; gli occhi del Watford di Mazzarri, che lo seguiva prima del tesseramento in Irpinia, Leeds, Monaco oltre a quelli diversi club della Serie B tedesca sono già incollati su di lui. Che però non si scompone e pensa a lavorare sodo per migliorarsi e superare i propri limiti: «L'interesse di tanti grandi club nei miei confronti? Sinceramente sono concentrato sull’Avellino. Devo correggere alcuni difetti, mi dicono che sono troppo irruento. Cercherò di migliorare. Il mio ruolo naturale è quello di terzino sinistro ed è per questo che il mio idolo è Marcelo. Con l’Este ho giocato anche da mezzala e come attaccante nella Rappresentativa Serie D. Alla Fiorentina ho fatto il difensore centrale per necessità, adesso mi trovo bene in questo ruolo e mi ispiro a Chiellini. Il mio addio a viola? Non mi ha ritenuto pronto per il salto di qualità».
Non solo obiettivi personali, ovviamente. Sabato arriva la Pro Vercelli. Il lupo ha fame di successo e riscatto. Diallo suona la carica: «Dobbiamo vincere contro la Pro Vercelli, non ci sono alternative. Ho fiducia nei miei compagni, possiamo fare meglio, ci sono tanti talenti che hanno bisogno di un po’ di tempo per crescere. Sabato dovremo andare in campo con la mentalità giusta».
Chiusura sul rapporto con il tecnico Domenico Toscano: «Con lui mi trovo molto bene. Mi piace molto il suo modo di allenarci. È sempre prodigo di consigli a partire dalla posizione in campo e dalla posizione del corpo che devo assumere in alcune situazioni di gioco. Mi sta insegnando tanto: è bravo».
Marco Festa