Tufo

 

di Andrea Fantucchio

Una promessa di rinascita, tradita nel modo peggiore. Uccisa nella culla e sintetizzata da quei campi sportivi e da quegli interni che dovevano essere la sfida per un futuro da ricostruire, e che invece si contestualizzano da due anni come un'altra occasione perduta da Tufo per rilanciarsi.

La struttura polisportiva ritratta nelle foto visibili nella gallery a fine articolo, si trova in località Corticelle. Oggi è una carcassa vuota che porta incise le cicatrici dell'abbandono e dell'incuria: porte da calcio divelte, ingressi in legno sfondati. Gli spalti che cominciano a scartavetrarsi e mostrano qualche graffito sconcio poco distante da quelli che ritraggono topolino e paperino armati di racchette da tennis. I bagni degli spogliatoi distrutti e sporchi: sul pavimento incrostato di sporcizia, pezzi di lavandino sparpagliati.

Una struttura che segue il destino di tante altre che vi abbiamo raccontato nel nostro perenne viaggio nella vergogna alla scoperta delle occasioni perdute della provincia irpina. Un edificio che però più di altri riassume questa sconfitta urbanistica alla quale facciamo riferimento: l'impianto doveva infatti rappresentare il fiore all'occhiello di un'area che abbandonava il suo passato, segnato dai prefabbricati nati nel post-terremoto, e guardava al futuro con rinnovata speranza.

Invece questi buoni propositi si sono accartocciati su sé stessi. Poco distante dall'impianto polisportivo c'è un'altra struttura anch'essa tanto attesa ma che ad oggi non ha visto la luce: la pista di pattinaggio mai collaudata e aperta al pubblico.

Un doppio schiaffo ai cittadini che credevano nella scommessa dell'area Corticelle e che ora quella stessa scommessa vogliono vincerla. Quei cittadini sono stanchi e adesso, attraverso la denuncia, pretendono l'attenzione di chi deve rappresentarli.