Montesarchio

Si intitola “Climbing a Tree” la mostra di Viviana Valla che sarà inaugurata sabato 1 ottobre alle ore 18,30 a cura di Domenico Maria Papa, alla galleria Nuvole Arte Contemporanea di Montesarchio.

“Potenziamo la nostra memoria attraverso molteplici strumenti. Ci serviamo di quel che conserva i nostri pensieri per potervi tornare quando occorre. Gli psicologi cognitivi parlano a questo proposito di memoria esternalizzata, includendo in questa categoria oggetti molto diversi, dal nodo al fazzoletto, fino al libro, al taccuino e al computer. È esternalizzata la memoria che grazie a un sistema di segni conserva una traccia della nostra attività mentale. La modernità ci garantisce un'ampia, quasi sterminata, offerta di memorie esternalizzate, anche se la disponibilità sembra diventare sempre più inversamente proporzionale all'efficacia. Mai come in questi nostri tempi, avere memoria di qualcosa è una faccenda difficile. Perderla è facile”.

Così Domenico Maria Papa nel testo che accompagna l'esposizione e che prosegue: “Tra gli strumenti che più frequentemente utilizziamo c'è il post-it, corredo indispensabile di ogni ufficio che pare sia nato da un errore: un ricercatore della 3M voleva ottenere un adesivo molto potente, produsse invece un tipo di colla facilmente removibile. L'invenzione sarebbe stata cestinata se un suo collega non l'avesse impiegata per dei segnalibri. Sui post-it si scrive, in genere. Qualche frase, il minimo indispensabile per innescare un ricordo. Soprattutto il post-it, seguendo l'invito del nome, può essere applicato dove si vuole, diventando parte del nostro panorama quotidiano. È forse questo lo strumento che meglio rappresenta il concetto di memoria esternalizzata: un foglietto, con poche parole, disperso nel nostro intorno.

Viviana Valla ha posizionato, invece, la piccola superficie gialla al centro del suo lavoro. Dapprima, come è ovvio, usandola come supporto al linguaggio, poi cancellando le parole fino a farne una composizione astratta. Un post-it dietro l'altro, ha configurato grandi campiture dove gradazioni di segni e di colori assumono, nell'insieme, un forte significato formale. Ci sono due caratteristiche particolarmente interessanti nel lavoro recente di Viviana Valla.

La prima è nel rapporto tra unità e insieme complessivo: non si dà l'una senza l'altra. Il post-it unico non ha un suo autonomo significato, così come la composizione generale non è pensabile se non come risultante delle singole minime variazioni espresse nei molti post-it. Viviana Valla afferma che nel suo lavoro, il post-it viene ricoperto da una fitta trama di gesti pittorici e cancellazioni, fino a nascondere in taluni casi il suo colore originario, che riaffiora solo in piccole e marginali parti del dipinto: “Il tema della negazione, o censura – dice – è preponderante nella mia poetica, e si esplicita nel tentativo di celare ciò che è sotteso, sia esso una fase esecutiva pratica del fare pittorico quanto piuttosto sensazioni o emozioni.”

Qui sta la seconda caratteristica di rilievo del suo lavoro. Anche senza ricorrere al linguaggio che rimane il primo veicolo generalmente impiegato nei post-it, anche solo ricorrendo al gesto e al colore, il tema della memoria rimane centrale. Anzi, emerge con maggior prepotenza perché meglio manifesta la dialettica tra il segno e la sua negazione. Cancellare, censurare è il primo atto attraverso il quale ricordiamo. Non c'è memoria, infatti, se non esercitando l'oblio, come ci insegna Borges. Il gesto con il quale, l'artista sovrappone colori nella stratificazione delle superfici è un esercizio d'oblio. Viviana Valla sembra praticare la lezione dello scrittore argentino, offrendocene un'evidenza visiva e riportandola con piena competenza nell'ambito delle arti”.