Baiano

Almeno un migliaio le firme finora raccolte dal comitato “Acqua Nostra”, in campo nel Baianese e nel Vallo Lauro per informare le cittadinanze sui pericoli e le conseguenze derivanti dal possibile passaggio della Bassa Irpinia dall’ATO 1 Calore Irpino all’ATO 3 Sarnese - Vesuviano gestito dalla Gori. Comprese quelle di incamerate ieri mattina a Baiano, in piazza Napolitano, dove centinaia di cittadini si sono recati per esprimere il proprio dissenso nei confronti del disegno di legge regionale. A spiegare le ragioni alla base della protesta era in prima linea l’ex sindaco di Sperone, Salvatore Alaia.

«L’iniziativa rappresenta l’ennensima attività che il comitato “Acqua Nostra” intende portare avanti per sensibilizzare i cittadini sullo scippo che potrebbe concretizzarsi nei confronti di un territorio, quello del Baianese e del Vallo di Lauro, troppo spesso bistrattato e mortificato da scelte regionali e nazionali, calate dall’alto con un’arroganza ed una prepotenza uniche. Contestiamo la delibera del Consiglio Regionale sull’acqua che, seppure rinviata, dovrebbe portare i comuni del Baianese e del Vallo di Lauro nell’ATO 3. Un ambito - prosegue Alaia - gestito da una SpA, la Gori, che conosciamo sin troppo bene per il modo di organizzare il servizio. Un passaggio che provocherà l’aumento delle bollette con costi quadruplicati. E ci preoccupa anche la gestione dell’intero servizio della rete idrica integrata. Le nostre falde acquisfere e i relativi pozzi saranno gestiti da questa società che convoglierà queste acque verso le zone del nolano con conseguenze disastrose per il nostro territorio. Dunque, non solo diciamo no alla Gori e alla gestione privatistica dell’acqua, ma pretendiamo che il Consiglio rigetti la proposta che rappresenta uno schiaffo all’intelligenza delle cittadinanze di queste territori, costretti ancora una volta a sopportare simili angherie».

In piazza Napolitano, a Baiano, c’erano anche il sindaco Enrico Montanaro e la coordinatrice della locale sezione del Partito Democratico, Sabatina D’Avanzo. Insieme, hanno diffuso alla cittadinanza una nota dei democratici attraverso la quale si stigmatizzano le recenti scelte regionali. «È di questi giorni la notizia che per un disegno di legge varato dalla Regione Campania la gestione delle nostre acque verrà affidata alla GORI - si legge nel comunicato - Sembra che sia già stato deciso, sembra che non ci sia più nulla da fare. Sembra. Ciò che ci fa rimanere esterrefatti è come il tutto possa passare ed essere deciso sulle nostre teste senza che nessuno ci interpelli. Le opzioni di gestione di un bene comune come l’acqua non possono non essere condivise con gli amministratori e le associazione, partitiche e non, locali. Se si dovesse accettare questo principio, dovremmo accettare che non serve più a nulla fare attività politica, essere eletti, rappresentare gli elettori».

«Nella passata tornata elettorale - proseguono gli esponenti democratici - il circolo PD di Baiano è stato il motore principale di una lista civica che ci ha portato a governare il nostro Comune. Organizzare la lista, cercare voti, venire eletti, ha in sé un onere che è quello della Rappresentanza. Noi abbiamo l’obbligo di preservare l’interesse dei nostri cittadini e del nostro essere cittadini. Nessuno può decidere impunemente di decidere il nostro futuro sopra le nostre teste senza spiegarci, senza interpellarci, pretendendo, magari, che solo perché a Roma, o a Napoli, si è deciso così, il tutto venga accettato supinamente, senza protestare. Chi crede che questo avvenga, sbaglia e di grosso. Sappiamo mobilitarci, sappiamo protestare, sappiamo lottare per quello in cui crediamo. È da anni che a Baiano come cittadini ci battiamo per Acqua Bene Comune, da anni ci battiamo per proteggere le nostre acque, le nostre fonti, da chi vuole fare con esse forti speculazioni. Crediamo fermamente che chi amministra ha il dovere di pensare esclusivamente al Bene dei cittadini, e il Bene, il vantaggio di un eventuale cambio di gestione delle acque, non può essere imposto per far vivere un eventuale carrozzone di raccomandati, ma deve essere dimostrato con dati alla mano. Se così non è, niente deve essere imposto. Noi il nostro dovere lo faremo fino in fondo».

 

di Rocco Fatibene