Mugnano di Napoli

 

di Simonetta Ieppariello

Sette giorni. Non è passata neanche una settimana dalla morte di Tiziana bellissima e sfortunata icona involontaria del porno web. Ed è di nuovo caso. 

No, il caso di Tiziana Cantone non ha insegnato proprio nulla se a nemmeno una settimana di distanza sui social - ma anche per strada, al bar e in ufficio - l'argomento del giorno continuano ad essere le foto private di Diletta Leotta. La bellissima e talentuosa giornalista di Sky Sport è finita in pasto al popolo del web non per il calcio ma per scatti di vita privata che sarebbero stati rubati dal suo telefonino. Foto private, appunto. Scattate perché restassero tali. Ma qualcuno le ha rubato quelle sette foto, forse violando il suo account iCloud. 

La notizia spopola sul web: in poco piu' di 24 ore si registrano ben 78.500 articoli su internet che soddisfano alla richiesta "Diletta Leotta hacker" oltre a 100mila tweet. E cosi' la bella giornalista siciliana di Sky Sport diventa la prima vip italiana a cadere vittima degli hacker per aver messo le sue foto privatissime sul cloud, la "nuvoletta" virtuale che consente di conservare i propri dati del telefonino (o del pc) senza occupare la memoria dei propri apparecchi elettronici. 

Sette selfie in cui la Leotta è nuda completamente o in parte. E la giostra i potente della “gogna mediatica" è subito scattata: sui social è partito il passaparola, con tanto di link alla pagina dove scaricare tutte le foto. Proprio come era successo con il "Fappening" che aveva coinvolto decine di star, una su tutte Scarlett Johansson.

Perchè nella rete, dentro, si mette e si trova di tutto. La differenza è che non è un contenitore statico, anzi. I contenuti vanno e vengono, si diffondono e raggiungono. I social network sono le “braccia” del web. Sono gli strumenti che consentono di espandere la visibilità di ciò che si trova su internet. In maniera incontrollabile e crescente. Sempre di più. Dovunque.

La Leotta intanto ha deciso di correre ai ripari e di denunciare tutto alla polizia postale. "Il telefono portatile di Diletta è stato hackerato e alcune sue foto privatissime di alcuni anni fa, in realtà insieme ad evidenti fotomontaggi, in queste ore sono distribuite in rete da moltissime persone", dice il suo ufficio stampa, "Quello che è successo oggi è estremamente grave: Diletta ha subito una gravissima violazione della privacy, è molto amareggiata ma nello stesso tempo indignata e pronta a gestire questa vicenda. Il suo pensiero è rivolto a ragazze più giovani, magari meno solide, cercando di condividere la sua esperienza sul fatto che chiunque distribuisce con leggerezza una foto privata magari di un amico, di una fidanzata o di una ex senza chiedere il suo consenso commette un reato. Questo è ciò che tutti i ragazzi devono avere bene in mente perchè una condivisione su WhatsApp o sui social, che non hanno sistemi di controllo dei materiali che transitano su di loro, diventa incontrollabile e senza possibilità di ritorno. E che la denuncia alla polizia di Stato è la prima cosa da fare".

La domanda è legittima se lei riuscirà o meno a gestire. Riuscirà Diletta a ripulire la rete dalla gogna che l’ha travolta inconsapevole. Da quasi due giorni la caccia al tesoro virtuale è scattata impetuosa. Eppure solo pochi giorni fa ci interrogavamo tutti sulla povera Tiziana, sulla sua fine terribile. Morta di vergogna, per colpa della rete che l’aveva lanciata nel buco nero di una popolarità che lei non voleva, legata al sesso, alla presa in giro.

In questa caccia al tesoro sul web al posto del forziere pieno di dobloni d’oro stavolta c’erano alcune foto intime di Diletta Leotta, trafugate da un hacker dal suo cellulare privato e pubblicate online per la trucida gioia di migliaia di fan.

Che sia bellissima e sognata, desiderata e voluta nulla da eccepire, ma che parti di vita privata vengano rubate e diffuse è lo spaccato di un sistema che rischia di offendere, consentitemi, chiunque.

Scovare la celebrità nei suoi momenti più «umani» diventa la priorità perché la rende un po' più reale e un po' meno sogno. E allora ecco l’accanimento verso certi scatti che - si può dir quel che si vuole - uniscono quasi tutti nel desiderio impressiona. Sì perché essere uniti nella rete colpisce puntualmente qualcuno, non difende. 

Forse bisogna prima essere colpiti per capire cosa significhi.
Pensare che è di pochi giorni fa il caso di Tiziana Cantone, che si è impiccata con un foulard nella cantina della sua casa vicino Napoli dopo essere diventata famosa per un video piccante finito in rete senza il suo consenso, dovrebbe far riflettere sui limiti da non travalicare. Episodi diversi, è certo, ma uniti dalla stessa grave matrice «Gravissima violazione della privacy», come si legge sul comunicato della stessa Leotta.