San Michele di Serino

 

di Simonetta Ieppariello

 

”La Donna Ideale, non è quella che ti asseconda, ma quella che ti ribalta la vita, i sogni, le idee.....Quella che ti fa vivere!" Lo diceva Baudelaire. Michelina Venezia è una donna che ribalta la vita, la sua e quella degli altri con la forza del sorriso e della gioia. Ha tanti sogni e idee. Vive da tre anni sapendo di dover convivere con il cancro. Ha 49 anni e non ha mai perso il sorriso, la sua voglia di vivere. A San Michele di Serino la conoscono tutti. I suo tabacchi, pelletteria, profumeria al centro del paese è un punto di ritrovo per tutti. E tutti le sono vicini nella sua personale battaglia contro quel cancro che dal seno le è arrivato alle ossa. Oggi Michelina racconta la sua storia ricordando come avvenne quella dolorosa scoperta. «Ero a Londra con le mie amiche. Sentii dolori fortissimi alla schiena. Tornai in Italia. Effettuai tutti gli accertamenti. La scoperta fu delle peggiori». Il quadro complessivo è drammatico. Le metastasi si erano sparse rapidamente a bacino, ossa, femori con in più delle lesioni al fegato.

«Da allora la mia vita è cambiata. Radicalmente. Ho da subito iniziato a fare del volontariato con l’Amos dell’Alta Valle del Sabato. L’incontro con la mia presidente Patrizia Luciano è stato determinante». Il verdetto dei medici è dei peggiori. Il suo cancro non è operabile. La migliore delle ipotesi è la cronicizzazione del male. Come? Attraverso cicli continui di radio e chemio. Una sorta di bombardamento continuo per bloccare quel terribile male. «Andai subito a Milano per effettuare i primi accertamenti, poi la cura oncologica con la chemio e la radio al Cardarelli. Feci un esame particolare che confermò l’impossibilità ad operare, intervenire. In tutto ho affrontato 17 mesi di chemio e 10 sedute di radioterapia. L’aspetto peggiore che per il quadro complessivo ho rischiato di rimanere paralizzata. La mia pet posso descriverla come una cartina geografica. Può sembrare strano, ma posso dirvi che non ho mai pianto. Ho pianto solo un anno e mezzo fa quando ne rifare la pet e riguardare i risultati ho capito quando grave fosse il mio male. Ho pianto solo allora. Un pianto liberatorio. Poi una nuova fase,

Una rinascita. Ero diversa, più agguerrita di prima a vivere comunque bene la mia vita. Ancora oggi ho forti dolori al bacino, che resta il grande problema. A volte devo sdraiarmi, sedermi, non sono più forte come prima».

Questo il messaggio di Michelina a poche ore dalla terza edizione della camminata rosa di domani: avere coraggio e non lasciarsi abbattere, non permettere al cancro di divorarci anche anima cuore e sentimenti. Non permettere al cancro di sconfiggere la speranza. «Ho indossato la parrucca solo per cinque giorni - spiega -. Da quando ho perso i capelli mi sono sempre piaciuta con cappelli stravaganti o turbanti. Un modo tutto nuovo di interpretare la mia bellezza. Non è una chemio a levarti il sorriso o la femminilità. Mi piaccio così. Non ho mai smesso di sperare e scherzare, pur sapendo che il mio cancro non passa. La mia storia è diversa. Ho imparato a convivere con il mio corpo che cambia e anche la mia femminilità stravolta, Diversa, Nuova. La mia forza è la mia famiglia. Figli, marito e parenti sono stati unici. Bisogna accettare quanto accade, farsi forte e andare avanti. Sempre e comunque. La vita è bella e va vissuta. Anche quando sei malata di cancro. Intorno a te ci sono le stesse persone che ti amano più di prima che ti ammalassi. Le tue giornate sono ancora più preziose». La chiamano l’onnipresente le sue amiche perchè Michelina c’è sempre ad ogni evento, iniziativa della sua comunità. Marcerà anche lei domani, domenica, nonostante i dolori perchè, spiega: “è fondamentale esserci. Dobbiamo darci forza. Per questo tutte noi donne Amdos e Amos siamo un esercito di guerriere. Ci diamo forza tra noi. Sempre».